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Ghana, dopo 150 anni tornano i tesori della corte reale Ashanti

Il Victoria and Albert Museum e il British Museum di Londra hanno annunciato di aver trovato un accordo di prestito con la città di Kumasi, in Ghana, che per tre anni potrà tenere una trentina di oggetti appartenenti al tesoro Ashanti, prelevati durante il periodo coloniale. Non è una restituzione, ma un prestito, che tuttavia potrà essere rinnovato una volta.

Sui social-network, l’account del Victoria and Albert Museum ha pubblicato qualche esempio degli oggetti d’oro, opere straordinarie che hanno un significato culturale, storico e spirituale molto profondo per il popolo Ashanti, uno fra i più importanti gruppi etnici del Ghana. Quell’inestimabile patrimonio su saccheggiato a Kumasi durante le guerre anglo-ashanti del XIX secolo. Successivamente, molti furono venduti all’asta e dispersi nei musei di tutto il mondo, compresi, appunto, i due londinesi impegnati in questo prestito.

L’operazione è compiuta in collaborazione con il Manhyia Palace, la sede dell’Asantehene, cioè Osei Tutu II, il sovrano del regno Ashanti, che nel 2024 celebrerà il suo Giubileo d’argento. Si tratta di una figura simbolica, quindi non esecutiva o governativa, tuttavia ogni anno, a Kumasi, la sede del re, che dal 1995 ha una funzione museale, riceve migliaia di visitatori da tutto il mondo attraverso appuntamenti privati ​​ed eventi tradizionali, per cui l’esibizione del tesoro Ashanti prestato dai musei britannici rappresenta un’occasione di grande peso culturale e politico.

Tra gli oggetti del tesoro Ashanti ci sono una spada cerimoniale, delle spille, dei gioielli e dei copricapo: quasi tutti realizzati in oro o argento, dal forte valore simbolico e spirituale.

Il governo britannico non è coinvolto nell’operazione, anzi è piuttosto riluttante a “restituire” al Paese d’origine i tesori saccheggiati durante la colonizzazione, soprattutto con l’argomento secondo cui Londra ha i mezzi per conservare e restaurare adeguatamente gli oggetti, mentre i Paesi di origine non fornirebbero tale garanzia.

Il dibattito sulla “restituzione” dagli ex colonizzatori agli ex colonizzati è esteso e ultradecennale, e non riguarda solo oggetti, ma anche resti umani che, come dice Ciraj Rassool, necessitano di una “riumanizzazione”:

Musei etnografici di epoca coloniale: una conferenza in Germania sulla necessità della restituzione e della cooperazione

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Sullo stesso argomento, si veda anche l’articolo di Giovanni De Ficchy su “Focus on Africa”:

L’importanza del gesto del Regno Unito di restituire i “gioielli della Corona” saccheggiati al Ghana

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