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Francia-Rwanda: condanna all’ergastolo per un genocida del 1994

Nella sera di mercoledì 28 giugno 2023 la Corte d’Assise di Parigi ha emesso una sentenza di condanna all’ergastolo per l’ex gendarme rwandese Philippe Hategekimana, per le sue provate responsabilità nel Genocidio dei Tutsi nel 1994. Il verdetto è giunto dopo lunghe settimane di udienza, segnate dai racconti dei sopravvissuti e dal silenzio degli imputati.

Dopo l’orrore degli anni ’90, Hategekima aveva trovato rifugio in Francia, dove aveva preso la cittadinanza e aveva cambiato identità in Philippe Manier. Il 25 luglio 2017 il Rwanda aveva emesso un mandato d’arresto internazionale nei suoi confronti e, nel 2018, fu arrestato a Yaoundé, in Camerun, dove intanto si era trasferito, perché la National Public Prosecution Authority (NPPA) si accorse che quell’uomo somigliava ad un ricercato presente nella lista degli autori chiave del Genocidio contro i Tutsi. Hategekimana, pertanto, fu riconosciuto come “Biguma”, nome di battaglia di uno degli autori dei massacri avvenuti nel sud del Rwanda, in particolare a Nyanza, Nyabubare, Nyamure e Isar Songa in quel terribile 1994.

I giudici parigini hanno riconosciuto Hategekimana colpevole dei reati di genocidio e di crimini contro l’umanità commessi quasi 30 anni fa, quando l’imputato era aiutante dei gendarmi nel governo che ha pianificato ed eseguito il genocidio: nella maggior parte dei casi si dice che Biguma guidasse i gendarmi che sparavano contro i tutsi o coordinava i poliziotti e gli Interahamwe sui posti di blocco.

I testi ascoltati nelle udienze sono stati dozzine, tutti testimoni oculari dei fatti o sopravvissuti miracolosamente alla furia omicida e alle torture. Tra le uccisioni attribuite direttamente a Hategekimana, quella di Narcisse Nyagasaza, all’epoca capo del comune di Ntyazo, e quella di Pierre Nyakarashi, che al tempo era un agente di polizia. L’imputato è stato anche ritenuto responsabile di varie uccisioni ai posti di blocco di Rwesero, Mushirarungu e Nyanza.

Come ha riferito Richard Gisagara, delle parti civili, durante il processo è stato sconcertante osservare la freddezza di Hategekimana, che “non mostrava alcun rimorso, cercava di negare qualsiasi cosa e di fingere di non conoscere nessuno tra i testimoni”.

Per il condannato, sarà possibile chiedere il ricorso entro 10 giorni, tuttavia ieri, dopo la sentenza, nessuna delle parti ha manifestato l’intenzione di proseguire il procedimento. Intanto in Francia questo è il sesto caso di genocida rwandese condannato, dopo i casi di Pascal Simbikangwa (condannato a 25 anni), del duo Octavien Ngenzi e Tito Barahira (condannati all’ergastolo in appello), di Claude Muhayimana (condannato a 14 anni) e di Laurent Bucyibaruta (condannato a 20 anni).

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