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Etiopia, Power (Usaid): «Nessuna collusione con Tplf, distribuiamo cibo ai bisognosi»

L’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid) ha risposto oggi alle accuse circolate sui social media secondo cui starebbe ostacolando la consegna di aiuti alla popolazione del Tigre’, in collaborazione con il Fronte di liberazione del popolo del Tigre’ (Tplf). “L’Usaid respinge qualsiasi accusa secondo la quale l’assistenza alimentare venga fornita consapevolmente o volontariamente ai soldati. L’Usaid monitora le distribuzioni di cibo per garantire che siano sostenuti i piu’ bisognosi, non i combattenti”, si legge in una serie di tweet pubblicati sull’account dell’ambasciata statunitense ad Addis Abeba. “Tuttavia, e’ una realta’ che nelle aree di conflitto gli attori armati spesso rubano cibo a chi ne ha bisogno. L’Usaid e’ il piu’ grande donatore di cibo e cure salvavita in Etiopia e attualmente diamo da mangiare a circa il 7 per cento dei cittadini etiopi in ogni angolo del Paese”, sottolinea l’agenzia, rispondendo cosi’ alle accuse secondo cui le organizzazioni umanitarie internazionali che operano nel Tigre’ – Usaid in testa – stanno fornendo aiuti al Tplf.
La dichiarazione giunge in risposta ad un’intervista rilasciata all’emittente statale “Ebc” dal capo della Commissione nazionale per la gestione del rischio di catastrofi, Mitiku Kassa, il quale ha rivelato che un leader del Tplf e’ stato catturato in possesso di aiuti alimentari nell’area di South Gondar, nella regione degli Amhara. “A tutte le agenzie umanitarie che operano nella regione del Tigre’ e’ stato chiesto di presentare i loro rapporti sulla distribuzione, ma nessuno lo ha ancora fatto”, ha poi aggiunto il funzionario, accusando il Tplf di distribuire gli aiuti destinati alla popolazione e di usarli per il proprio tornaconto. “In futuro, le agenzie umanitarie saranno tenute a riferire nelle aree in cui sono impegnate”, ha aggiunto. I recenti sviluppi arrivano dopo che la scorsa settimana l’amministratrice di Usaid, Samantha Power, ha accusato il governo federale di ostacolare la consegna di aiuti nella regione. “Nel Tigre’, dove centinaia di migliaia di persone stanno affrontando la carestia, i magazzini alimentari sono praticamente vuoti. Questa settimana, per la prima volta in nove mesi di conflitto, gli operatori umanitari finiranno il cibo da distribuire ai milioni di persone che soffrono la fame. L’Usaid e i suoi partner, cosi’ come altre organizzazioni umanitarie, hanno esaurito i loro magazzini di generi alimentari immagazzinati nel Tigre'”, ha affermato Power, aggiungendo che il flusso di assistenza umanitaria rimane “tristemente insufficiente” e che questa carenza “non e’ dovuta al fatto che il cibo non e’ disponibile, ma perche’ il governo etiope sta ostacolando gli aiuti e il personale umanitario, compresi i convogli di terra e l’accesso aereo.
Le organizzazioni umanitarie, ha proseguito Power, hanno caricato aiuti alimentari su camion e stanno aspettando a Semera, nella regione degli Afar, e in altri luoghi in Etiopia, ma nell’ultimo mese e mezzo solo un piccolo rivolo di convogli di aiuti e’ stato autorizzato. “Per soddisfare le vaste esigenze umanitarie nel Tigre’, ogni giorno devono arrivare 100 camion che trasportano tonnellate di cibo e forniture salvavita, il che avrebbe dovuto significare un totale di 5 mila camion dal 1 luglio. Tuttavia, fino a pochi giorni fa, solo circa 320 erano arrivati, meno del 7 per cento di quanto richiesto. Sebbene il governo etiope sia stato rapido a salutare gli aiuti limitati come un passo positivo, e’ troppo poco e troppo tardi. La popolazione nel Tigre’ muore di fame, con oltre 900 mila persone in condizioni di carestia e oltre cinque milioni in disperato bisogno di assistenza umanitaria. Gli operatori umanitari – prosegue la dichiarazione – continuano ad affrontare troppi ostacoli per realizzare convogli di aiuti. Hanno riscontrato ritardi inaccettabili in piu’ checkpoint, alcuni dei quali impiegano ore per essere sgomberati, oltre a ripetute ricerche intensive. Gli operatori umanitari sono vessati e abbiamo assistito a un aumento della retorica preoccupante e dannosa proveniente dal governo etiope contro gli umanitari”. Al contrario, afferma Power, “sollecitiamo un’azione da parte del governo dell’Etiopia che consenta agli operatori umanitari di svolgere il proprio lavoro e salvare vite umane. Le consegne di carburante, l’elettricita’, le telecomunicazioni e i servizi bancari devono essere immediatamente ripristinati e mantenuti, e occorre consentire agli aiuti umanitari e ai soccorsi di spostarsi rapidamente, regolarmente e senza ostacoli nel Tigre’. Inoltre, devono essere revocate le restrizioni alle organizzazioni umanitarie che portano denaro contante e apparecchiature di telecomunicazione al fine di facilitare la fornitura di assistenza salvavita. L’offensiva del Tplf (Fronte di liberazione del popolo del Tigre’) in altre regioni non fara’ altro che prolungare questo conflitto e la sofferenza del popolo etiope. Gli Stati Uniti esortano il Tplf a fermare la sua offensiva e a ritirare immediatamente le sue forze dalle regioni di Amhara e Afar, il governo regionale di Amhara a ritirare le sue forze dal Tigre’ occidentale e il governo eritreo a ritirare immediatamente e permanentemente le sue forze dall’Etiopia. Gli Stati Uniti rimangono impegnati per il benessere di tutti gli etiopi. Tutte le parti devono consentire agli aiuti umanitari di raggiungere le persone la cui sopravvivenza dipende da questo, e devono porre fine alle ostilita’ e impegnarsi per un cessate il fuoco negoziato”, conclude la nota.

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