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Etiopia: rifugiati. Photo credit: AFP or licensors

Etiopia, le forze tigrine responsabili di saccheggi ed uccisioni nella città di Kobo

Tra il 13 ed il 15 Settembre il TDF, le forze militari tigrine, che occupavano la città di Kobo, si sarebbero macchiate di saccheggi, di tortura e dell’uccisione extragiudiziale di civili.

Nel solo distretto di Aradom, i testimoni hanno riportato di aver contato 17 cadaveri di persone uccise in sole 48 ore, anche se presumibilmente i crimini contro i civili, in zona, sono stati molti di più.

Kobo. “Mi hanno detto che sono andati alla ricerca di armi, casa per casami riferisce Yonas*, un giovane che all’arrivo delle truppe tigrine ha lasciato la città insieme ai suoi compagni per riparare più a sude di affiliati alle milizie Fano. Quando la gente rispondeva di non avere armi e di non far parte di alcuna associazione, tantomeno delle milizie, li uccidevano”.

Ho saputo anche che hanno ucciso a bruciapelo il fratello del Direttore* della nostra scuola. Sono andati di notte, non sappiamo che cosa cercassero, lo hanno ucciso con un colpo alla testa“.

A conferma di quanto riferitomi, poche ore dopo questo colloquio, il quotidiano britannico The Guardian pubblica un articolo, intitolato “Tigray rebels tortured and killed civilians in renewed fighting, survivors claim” nel quale riporta alcuni crimini commessi dalle truppe tigrine a Kobo. Leggo con attenzione il pezzo, e trovo facile riscontro con quanto detto da Yonas*.

Non mi basta. Chiedo conferma ad altri contatti, che si sono recati in zona. Oggi la città è sotto il controllo delle truppe federali dell’ENDF e molti cittadini di Kobo e dintorni, fuggiti più a sud allo scoppio dei combattimenti, fanno ritorno, almeno temporaneo, per vedere cosa nei rimane dei loro averi e dei familiari ed amici rimasti in città.

La città è stata catturata il 4 Settembre dai combattenti tigrini e abbandonata il 3 Ottobre; un mese nel quale, a detta dei testimoni, gli uomini del TDF si sarebbero dati al saccheggio, intimidendo la popolazione rimasta per poi passare alla caccia di eventuali appartenenti alle milizie locali Fano.

Elias* un uomo di 47 anni del posto, ha riferito di essere stato testimone dell’omicidio di una donna e di un giovane, madre e figlio.

Li hanno picchiati brutalmenteGridavano loro: Tuo marito è un miliziano Amhara!. La madre urlava: Non è vero. Per favore, smettila, lascia mio figlio. Non abbiamo armi”.

“Hanno sparato alla testa sia al figlio che a sua madre – afferma Elias* – La donna, che conosco di vista, aveva 60 anni e suo figlio aveva 17 anni.

Poi sono passati al mio negozioaggiunge Elias* – Lo hanno hanno saccheggiato e  poi mi hanno avvertito che se non avessi dato loro tutti i soldi che avevo, mi avrebbero ucciso”.

Le notizie sono poche, le comunicazioni sono difficili e fino alla settimana scorsa, praticamente impossibili. Anche le notizie che giungono agli sfollati, che hanno riparato nelle città fuori il controllo del TDF, sono frammentarie, parziali, è difficile stabilire chi sia stato ucciso, quante persone siano state giustiziate.

Ma tutte le persone che ho ascoltato mi hanno riferito di crimini contro i civili e contro le proprietà.

Muluken*, un camionista di 25 anni che oggi vive ad Addis Abeba, ha riferito al The Guardian, di aver sentito i propri parenti e di essere venuto a conoscenza dell’esecuzione di quattro suoi amici.

“Per quanto ne so, erano residenti innocenti e disarmati. Non facevano attività politica, non appartenevano ad alcuna organizzazione né facevano parte delle milizie” ha riferito al giornale britannico.

La missione cattolica di Kobo
La missione cattolica di Kobo

Alcune ore dopo l’arrivo di queste notizie, vengo in possesso di alcune immagini che ritraggono la missione cattolica di Kobo, gestita dalle Suore Orsoline di Gandino, la scuola cattolica, l’Ospedale collegato alla missione, completamente devastate e saccheggiate.

Chiedo conferma sui responsabili, ma mi si sottolinea come i saccheggi (tutto si sarebbe verificato nell’arco temporale di un mese) potrebbero essere stati opera sia di civili che di militari, o di entrambe, in cerca di medicine, beni di prima necessità, cibo o denaro. Difficile stabilire chi si sia macchiato di tale scempio.

Conosco bene Kobo e la missione nel particolare, so cosa vuol dire la distruzione che è sotto i miei occhi.

Erano centinaia i giovani ed i ragazzi che frequentavano quella per l’infanzia e la scuola elementare. Erano migliaia invece le persone che usufruivano, prima della guerra, dei servizi che offre l’Ospedale: partorienti, anziani, la gente del posto.

Hanno divelto le porte, frugato e buttato all’aria i documenti, rubato tutto quella che c’era di rubabile: le medicine, le suppellettili, i computer, materassi e lenzuola, il materiale di consumo per la scuola e per l’ospedale.

Non è un caso. Già durante la prima fase del conflitto la missione fu al centro delle attenzioni di militari e civili (furono portati via i generatori, la pompa per l’acqua, le batterie, una tv), ma nonostante questo non smise mai di offrire i propri servizi e la propria accoglienza.

Sepolture di civili uccisi durante la prima fase del conflitto ritrovate vicino alla chiesa di San Giorgio, a Kobo. Photo credit: Amnesty International
Sepolture di civili uccisi durante la prima fase del conflitto ritrovate vicino alla chiesa di San Giorgio, a Kobo. Photo credit: Amnesty International

Kobo, sorgendo sulla A2, la strada che collega Addis Abeba a Mekelle, a confine tra la regione Ahmara e quella del Tigray è stata sin dall’inizio del conflitto al centro degli interessi strategici di entrambe la parti in causa.

Il cambio repentino dei fronti, le occupazioni e il caos sociale generatosi, hanno reso la città e in generale l’area del North Wollo instabili sin dall’inizio.

Il 16 Febbraio del 2022, a firma di Riccardo Noury, uscì un articolo sui crimini commessi dalle forze del TDF nelle città ahmara occupate, durante la prima fase del conflitto. Quello stesso giorno, un rapporto di Amnesty International, mise nero su bianco l’accaduto.

Si contestavano alle truppe tigrine, uccisioni extragiudiziali di civili, in rappresaglia per le perdite subite tra le loro fila ad opera di milizie e contadini armati di etnia ahmara.

Immagini satellitari analizzate dal Crisis Evidence Lab di Amnesty International mostrarono i segni di nuove sepolture nel terreno delle chiese di San Giorgio e San Michele, dove i testimoni intervistati dall’organizzazione per i diritti umani, avevano dichiarato di aver sepolto i corpi di numerose vittime uccise il 9 settembre 2021.

Etiopia: forze tigrine responsabili di omicidi, stupri e saccheggi nelle città amhara

Sono migliaia le persone che sono fuggite dalla zona, per trovare riparo a Woldya o Dessie, andando ad ingrossare le fila degli sfollati interni, generati a milioni dalla guerra tra il governo e la leadership del Tplf, al governo del Tigray.

Sono gli effetti di un conflitto -quello che da due anni vede contrapposte le truppe federali ed eritree contro le truppe tigrine – che come prevedibile, sono ricaduti come piombo fuso sulle regioni attigue (Ahmara ed Afar) a quella al centro degli interessi di Addis Abeba, quella del Tigray.

Un turbinio di caos milioni di persone e ne sconvolge irreparabilmente la vita.

Un primo rapporto pubblicato il mese scorso dalla Commissione internazionale delle Nazioni Unite per i diritti umani sull’Etiopia (The United Nations International Commission of Human Rights Experts on Ethiopia), costituita nel dicembre 2021 per indagare sugli abusi commessi durante il conflitto , concludeva che vi erano ragionevoli motivi per ritenere che le parti in conflitto avessero commesso crimini di guerra e violazioni dei diritti umani, abusi, comprese esecuzioni extragiudiziali, violenze sessuali e saccheggi.

Nel mentre i combattimenti sono ripresi, nuova benzina alla violenza sul campo e motore implacabile della più grande crisi alimentare esistente al mondo.

Kaari Betty Murungi, Presidente della commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha dichiarato: “Con la ripresa delle ostilità nel nord dell’Etiopia, c’è un rischio molto reale di ulteriori sofferenze civili e ulteriori crimini atroci”.

* i nomi sono di fantasia a protezione dell’identità delle fonti.

 

 

 

 

 

 

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