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Etiopia, il conflitto in Tigray s’intensifica. Amnesty: timore di nuove atrocità

Con l’intensificarsi del conflitto nella regione etiopica del Tigray, Amnesty International ha chiesto a tutte le parti coinvolte di proteggere le popolazioni civili. 

Il 18 ottobre le forze armate dell’Etiopia hanno annunciato di aver preso il controllo dell’importante città di Sciré, nel nordovest del Tigray, dove si trovano migliaia di sfollati tigrini, e di altri due centri nel sud della regione, Alamata e Korem.

Il governo di Addis Abeba ha affermato che sta cercando di ridurre al minimo le vittime civili evitando combattimenti urbani e istruendo le sue forze armate a rispettare strettamente le regole d’ingaggio: dichiarazioni contraddette dalle informazioni ricevute da Amnesty International.

La popolazione civile tigrina teme che si ripetano in modo massiccio quelle violazioni dei diritti umani – come le uccisioni illegali, la violenza sessuale e gli attacchi sistematici – commesse quando, da novembre 2010 a giugno 2021, queste zone erano sotto il controllo delle Forze di difesa nazionali dell’Etiopia e dei loro alleati.

Ad agosto e a settembre una serie di attacchi aerei nelle zone di Mekelle e di Adi Daero ha causato la morte di centinaia di civili, bambini compresi. Tra il 6 e il 12 settembre le forze armate dell’Eritrea, alleate con quelle dell’Etiopia, si sono rese responsabili di almeno 40 esecuzioni extragiudiziali, anche nei confronti di rifugiati eritrei, nella città di Shreraro.

Amnesty International ha pertanto sollecitato le autorità dell’Etiopia a sospendere e a rimuovere da ruoli attivi tutti coloro – compresi i militari eritrei e le milizie amara – che sono sospettati di aver preso parte a violazioni dei diritti umani e crimini di guerra e ad assicurare che essi siano posti sotto indagine e, dovessero emergere prove sufficienti, sottoposti a processo.

Amnesty International ha anche chiesto alle autorità dell’Etiopia di autorizzare pieno accesso alla regione del Tigray, in modo che possano essere consegnati in modo efficace e imparziale gli aiuti umanitari. Le autorità di Addis Abeba dovrebbero anche permettere agli organi competenti, regionali e internazionali, sui diritti umani di svolgere indagini indipendenti e credibili sulle attuali e passate atrocità commesse nel conflitto.

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