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Etiopia, appello per liberare la suora delle Orsoline.

Etiopia: appello per liberare madre Lemlem, suora delle Orsoline

L’anno scorso in Etiopia c’è stata un’escalation di arresti di massa a sfondo etnico che ha visto decine di migliaia di etiopi di origine tigrina, deportati molte volte in massa, ed arrestati e detenuti con modalità lesive del diritto umanitario internazionale, come confutato in molteplici report da HRW – Human Rights Watch e Amnesty Int.

Arresti e deportazioni che si sono inseriti nel contesto della guerra scoppiata in Tigray a novembre 2020, principalmente tra il partito del TPLF – Tigray People’s Liberation Front ed il governo centrale, in alleanza alle forze speciali Amhara, le milizie Fano e le truppe eritree.

Il TPLF ha governato come capo coalizione l’Etiopia per ben 27 anni e fino a prima della guerra amministrava lo stato regionale del Tigray. Dal maggio 2021 è considerato ed etichettato dal governo centrale gruppo terroristico, così come i suoi membri e sostenitori additati come terroristi.

Tra gli arresti in 18 mesi di repressione ci sono adulti ma anche anziani, ragazze, donne, madri ed anche bambini, oltre che persone di ogni ceto sociale: anche uomini e donne di chiesa. Come Focus On Africa, nel novembre 2021, avevamo riportato anche il caso dell’arresto di frati e volontari dei Salesiani.

Quello che segue invece è il post integrale di denuncia di Irob Anina Society (IACS), organizzazione no profit con sede in Canada e operante a livello globale per supportare e difendere il popolo del Tigray e in particolar modo la minoranza etnica di Irob, area del Tigray orientale, tutt’oggi occupata per la quasi totalità dalle truppe eritree.

Appello di IACS per chiedere il rilascio di Suor Lemlem Ghiday dell’ Ordine delle Orsoline, ingiustamente arrestata il 31 dicembre 2021 ed ancora detenuta.

“Molti dei tigrini che sono stati arrestati durante l’escalation degli arresti di massa da parte del regime etiope, stanno ancora languendo in detenzioni senza accuse. Sr Lemlem Gidey, monaca cattolica dell’ ordine delle Orsoline a Kobo, regione Amhara, è una di queste.

Sr Lemlem Gidey è stata arrestata il 31 dicembre 2021 dalle forze di sicurezza a Kobo, dove dava missione all’ospedale primario delle Orsoline, ed è etiope di origine tigrina della zona di Irob, area orientale del Tigray. È ancora detenuta a Weldiya, a circa 40 km da Kobo.

Quando il TDF (le forze di difesa partigiane tigrine n.d.a.) si è avvicinato per la prima volta a Kobo l’anno scorso, alcune scuole e cliniche/ospedali hanno interrotto i servizi e il personale si è trasferito a Weldiya. L’ordine delle Orsoline, tuttavia, ha deciso di rimanere e continuare a fornire servizi alla popolazione locale.

Dopo che il TDF si è ritirato dalla regione di Amhara, l’ordine delle Orsoline a Kobo ha continuato i suoi servizi. Quando le forze e le milizie del regime etiope sono tornate a Kobo, hanno arrestato sr Lemlem Gidey insieme ad altri civili di etnia tigrina.

Dopo che le forze del regime hanno trattenuto suor Lemlem per mesi senza accusa, ora la ‘accusano’ di aver permesso che i membri del TDF fossero curati nell’ospedale in cui si trovava a Kobo.

Fonti attendibili riferiscono ora che le forze del regime chiedono a suor Lemlem Gidey di accettare la sua colpa per aver consentito di curare i soldati del TDF in ospedale. La sua unica difesa è che la sua fede non consente di negare il trattamento medico a nessuno, men che meno fare distinzioni di chi curare in base all’etnia, o qualunque altro motivo.

In tutto questo è anche allarmante che la Chiesa Cattolica etiope non stia sostenendo il suo rilascio.

Ancora peggio, il Vescovo Abune Lesanechristos, eparchia di Bahir Dar che include Kobo e altre aree di Wollo, secondo quanto riferito sta suggerendo/spingendo Sr Lemlem Gidey ad accettare la sua ‘colpa’.

Questo è un altro segnale preoccupante che i leader della Chiesa Cattolica etiope guidati dal cardinale Berhaneyesus sostengono la guerra in Tigray o rimangono indifferenti alle ingiustizie nei confronti dei tigrini, inclusi i membri del loro personale e dipendenti.

Si ricorda che molti sacerdoti e suore cattolici di etnia tigrina sono stati arrestati durante le attività di arresti di massa del Tigray da parte delle forze dell’ordine del governo etiope e rilasciati solo in seguito ad un’ampia copertura mediatica.

La Chiesa Cattolica etiope è stata silenziosa durante o dopo.

Suor Lemlem Gidey è stata detenuta per così tanto tempo per nessun crimine se non per la sua etnia tigrina e se ne chiede l’immediato rilascio. L’IC – comunità internazionale deve intraprendere azioni concrete contro il regime genocida dell’Etiopia per rilasciare 10.000 tigrini ancora detenuti.”

Da una recente indiscrezione arrivata da un nostro contatto, che terremo anonimo per la sua stessa sicurezza, ci è stato riferito che nei prossimi giorni ci potrebbe essere un’ulteriore sentenza sulle sorti di Suor Lemlem Ghiday.

Il governo centrale ha dichiarato “tregua umanitaria” il marzo 2022 e ha messo sul piatto i buoni propositi di dialogo inclusivo nazionale per una risoluzione di pace negoziata, rispondendo così formalmente alla comunità internazionale che sembra si sia accontentata. Riguardo invece alla sorte del resto delle decine di migliaia di tigrini ancora agli arresti non si hanno aggiornamenti ufficiali. Nel contempo l’accesso umanitario in Tigray, per il 90% degli etiopi che dipendono dal supporto alimentare e sanitario, sembra ancora una chimera. In un mese e mezzo si stima che sia stato consegnato solo il 5% del fabbisogno salvavita.

I leaders occidentali emanano fin dal novembre 2020, comunicati di preoccupazione, di sdegno verso le atrocità e pianificano con i tempi burocratici dilatati commissioni e tavole rotonde di confronto per discutere e dibattere sulla crisi umanitaria in Tigray e nel resto del nord Etiopia, nelle regioni Amhara e Afar.

Non si son resi conto che in questi 18 mesi, per citare le recenti parole della direttrice dell’ USAID, Samantha Power, non c’è una crisi umanitaria, ma è in atto una catastrofe.

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