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Dalla Nigeria al Foro di Napoli, Hilarry Sedu che difende i diritti dei migranti

È nato in Nigeria. A Benin City, due ore d’auto dalla vecchia capitale. Ma a Lagos non c’è mai stato. Ed in Africa non è più tornato se non per una breve, fugace, vacanza. Vive a Napoli. Poco più che neonato è volato in Italia con i genitori muniti di regolare visto. A Castelvolturno casa, scuola e primi calci al pallone. Va forte, calcia bene. Piace agli osservatori quel guizzo veloce che lo fa leader sul terreno di gioco. A scuola anche va bene, studioso, educato, perfetto compagno di classe e di strada. Negli occhi un mondo di cose da conquistare. Con classe si fa strada, con classe veste i panni dell’avvocato. Elegante da sempre. Aplomb brillante e fisique du rôle. Camicia, giacca e cravatta anche d’estate. Hilarry Sedu dell’Africa ha solo la pigmentazione ma difende gli africani e combatte, con la cultura e la legge, il razzismo. Recentemente, chiamato in lista dall’ex presidente Armando Rossi, è stato eletto nel Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e Procuratori di Napoli. Primo ed unico caso, al momento, di tocco e toga d’avvocato di colore. Una gioia questo traguardo che avrebbe fatto felici i genitori che non ha più. Il papà ingegnere nel continente nero per la Guiness è morto l’anno passato. Hilary ha smesso di giocare da un bel po’ per aver subito dei trapianti cartilaginei. Ama il bel calcio quello sì e ricorda certe emozioni in maglia granata. A scoprirlo un dirigente della Salernitana Enrico Coscia che girava in cerca di talenti. Quattro anni nella squadra giovanile del patron Aliberti. Abita e studia a Salerno nel Convitto Nazionale Tasso. Gira un pò l’Italia delle squadre da nord a sud. Appende le scarpette al chiodo e si tuffa in uno studio accademico giuridico matto e disperato. È avvocato. Difende il diritto e si batte per i diritti. Non conosce l’arabo. Parla la lingua inglese che gli ha insegnato la madre. Ne ha ricordo dolce e nostalgico. Rivive in un battito di ciglia le poche ore trascorse nel negozio di abiti africani e di english style che la mamma aveva a Napoli. Non sa cosa sia il mal d’Africa di cui sentiva dire in casa. È d’appetito napoletano. Spaghetti al dente e vongole veraci ma un che di perduto sapore, ora che non c’è più la mamma, lo ritrova in quel piatto di riso caldo misto a pomodoro e carni cotte in olio di palma con porzione, sempre abbondante, di platano fritto, un po’croccante, profumato d’infanzia e d’Africa italiana. Hilarry ha sposato una collega avvocato. È  da poco papà. Al suo Adriano, tutto italiano, da poco nato, forse un giorno racconterà del colore dell’Africa che si porta addosso e dell’Africa che vorrebbe libera, orgogliosa, mai prona e non più selvaggia. L’avvocato Sedu non sa ma è l’orgoglio di tantissimi africani che hanno lasciato il continente. Di tantissimi niger-italiani che vivono qui. L’avvocato, come un papa nero, patrocina gli ultimi, difende cause e libertà di gente talvolta derisa e mortificata. È cittadino italiano nato per caso in Nigeria. Integrato di classe. Con classe paladino d’Africa anche quando studia comparse e legge codici e pandette. Un pensiero a precisa domanda l’abbacina alla vigilia del riconoscimento che gli consegnerà l’Associazione onlus SOSolidarietà  per il traguardo raggiunto con la elezione nel consiglio dell’Ordine degli Avvocati….vorrei che una terra così ricca e fascinosa si scrollasse di mentalità da zio Tom, non cercasse commiserazione e aiuti esterni e trovare il primitivo orgoglio d’essere. Riscattare angherie di schiavitù, oppressioni e colonialismi. Riappropriarsi di libertà perdute. Così sia… col calcio d’inizio della partita, Un Goal per la Nigeria, che si disputerà prossimamente  nello stadio Arechi di Salerno nel vivo ricordo di Phil Masinga, il bomber sudafricano ancora nel cuore della tifoseria.

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