Il continente africano è il più grande produttore di diamanti nel mondo, sul suo territorio ci sono la maggior parte dei giacimenti che garantiscono metà della produzione di tutti i diamanti nel mondo. Il primo diamante che venne scoperto in Africa fu nel 1866 dal figlio di un agricoltore olandese, vicino a Hopetown, in Sudafrica e precisamente sulle sponde del fiume Orange. Il diamante che trovò era di 22 carati. Qualche anno dopo, nel 1869 venne ritrovata un’altra pietra ancora più grande, questa volta di 83 carati. Questo fu solo l’inizio dell’invasione di minatori in Sudafrica e poi per tutto il resto del continente, una vera e propria corsa ai diamanti, che innescò un forte sviluppo industriale, ma a caro prezzo.
Nel 1871 vennero scavate le prime miniere nelle zone intorno al fiume Vaal. La più grande venne soprannominata Big Hole, a Kimberly, in Sudafrica. È una miniera a pozzo a cielo aperto, la più grande realizzata a mano dall’uomo, profonda 215 metri e con un diametro di 240, frutto dei lavori eseguiti dalla multinazionale De Beers, una delle più importanti aziende al mondo nel settore diamantifero, che controlla la produzione e il prezzo di vendita sul mercato all’ingrosso. Altra miniera sudafricana è la Venetia, operativa dal 1992, situata nella provincia nord – orientale a 80 km da Limpopo, le cui riserve stimate sono di circa 103 milioni di carati.
I maggiori estrattori sono il Sudafrica e la Repubblica Democratica del Congo, che risulta essere il primo produttore mondiale, ma sono presenti miniere di diamanti anche in Angola, in Liberia, in Sierra Leone, in Botswana, in Tanzania, in Congo e in Zimbabwe.
L’ Angola è il terzo produttore di diamanti dell’Africa, qui si trovano le miniere di Catoca, inaugurata nel 1993, è la quarta più grande al mondo, ad una trentina di km a nord – ovest della città di Saurimo, ha riserve stimate per 130 milioni di carati ed è gestita dalla Sociedade Mineira de Catoca, una joint venture tra le società Endiama (Angola), Alrosa (Russia), Sonagol (Cina) e Odebrecht (Brasile), quella di Fucauma nella provincia di Lunda Norte, quella di Luarica e quella più recente di Luaxe, scoperta nel 2013, si stima dalle ricerche geologiche effettuate una riserva valutata da 350 milioni di carati e una durata di vita mineraria di almeno 30 anni. L’Angola punta a diventare il primo produttore di diamanti in Africa, liberalizzandone il mercato.
In Botswana si trovano le miniere di Orapa, la più grande miniera di diamanti del mondo per area, a circa 240 km a ovest della città di Francistown, è di proprietà della Debswana, una partnership tra il governo del Botswana e la De Beers, inaugurata nel 1971, produce circa 11 milioni di carati di diamanti all’anno; quella di Jwaneng, sempre gestita dalla Debswana, inaugurata nel 1982, si stima che abbia riserve per 88 milioni di carati, considerata la miniera di diamanti più ricca del mondo; ed infine nel sud del paese si trova la miniera di Kalahari (il suo nome significa “Luogo delle piccole pietre”) che produce il 22% della produzione mondiale di diamanti.
Mbuji – Mayi nella Repubblica Democratica del Congo è soprannominata la città dei diamanti, perché vengono estratti un terzo dei diamanti industriali di tutto il mondo, qui è presente la miniera Miba che produce tra i 5 e i 6 milioni di carati annualmente.
Le riserve di diamanti della Sierra Leone sono seconde solo all’Angola, ma si estendono su un territorio molto più piccolo. L’assurdità è che in questo paese sono oltre 10 anni che è in atto una guerra civile, dove i ribelli del Revolutionary United Front compiono atti atroci uccidendo o mutilando, per il controllo delle miniere con cui finanziano l’acquisto delle armi. L’Onu a luglio dell’anno scorso ha decretato un embargo di 18 mesi nelle zone controllate dai ribelli per privarle dell’unica fonte che hanno di finanziamento. Ciononostante ad oggi la situazione non è migliorata.
Nel 2018 nella miniera di Letseng in Lesotho è stato trovato uno dei diamanti più grandi del mondo, la scoperta è stata fatta dalla società britannica Gem Diamonds, ha un peso di 910 carati ed vale circa 40 milioni.
Il primo posto però spetta al Cullinan un diamante di 3.106 carati estratto nel 1905 in Sudafrica, trasformato in gioielli per la corona britannica, mentre nel 2015 è stato scoperto in Botswana, da una compagnia mineraria canadese il Lesedi La Rona di 1.110 carati.
Purtroppo la scoperta di così tanti giacimenti di diamanti in Africa è considerata una maledizione dai locali, poiché vengono utilizzati anche per finanziare governi corrotti e gruppi di ribelli provocando guerre civili, tanto da essere anche soprannominati “diamanti insanguinati”, un esplicito caso di ricchezza mal gestita, che ha sconvolto molte vite e le economie dei paesi coinvolti.
Probabilmente l’Africa è il continente più ricco di questo pianeta, ma di questa ricchezza poco gli rimane, non esistono tutt’oggi leggi che regolino i flussi finanziari e le multinazionali, che operano nell’estrazione dei diamanti, razziano legalmente molto di quello che ricavano, ed i profitti vengono trasferiti nelle piazze finanziarie europee ed americane. Per non parlare dello sfruttamento minorile in questo mercato, poco meno della metà dei minatori ha un’età compresa tra i 5 e i 16 anni, costretti a lavorare per pochi dollari e in situazione prive di ogni forma di sicurezza.
Finché una pietra varrà più di una vita umana, più della dignità e del rispetto di qualsiasi individuo su questa terra, questo non sarà mai un Mondo migliore.