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Come la luna: mille e una sola. Le storie vere del Concorso letterario internazionale Lingua Madre

La voglia di cambiarsi il nome, di non sentirsi diversa, di arrivare a conquistare appieno la propria identità. E poi, dopo la faticosa salita per superare l’ adolescenza, comprendere che il rapporto con il proprio passato e con le proprie origini è quel necessario bagaglio esperenziale per guardare con fiducia al futuro.

Frangetta nera e occhi liquorosi, Yeniffer Lilibell Aliaga Chàvez, originaria delle Ande peruviane e trapiantata a Torino a 8 anni per raggiungere la mamma, scrive per raccontarsi. Dopo il liceo linguistico e la laurea in Storia dell’ Arte, è diventata antropoga culturale, autrice e illustratrice. Attivista contro stereotipi sociali e pregiudizi ideologici, racconta nei suoi libri cosa voglia dire sentirsi “diversa” e quindi “diseguale”, raccontando la sua vita da cittadina doppiamente discriminata, sia in Italia che in Perù, in quanto considerata straniera in entrambi i Paesi e giovane donna omosessuale.
È una delle autrici di origine straniera vincitrice del Concorso letterario internazionale Lingua Madre, con “I racconti di nonna Adela”.
Le altre scritture migranti sono state rappresentate all’ evento organizzato da Word4Link, Idos e Lai-Momo da un’ altra autrice di origine argentina, Natalia Maraffini, che trova la chiave della sua identità nel confronto con gli altri, quando torna a scuola come docente e si rapporta con studenti adolescenti, “stranieri a se stessi”, perché nel mezzo del passaggio tra l’ età infantile e quella adulta. Come dire, siamo tutti stranieri in quanto estranei l’ uno all’ altro e a noi stessi, la ricerca dell’ identità è la stessa per noi tutte e tutti, perché l’ Altro siamo noi.
Prezioso il lavoro portato avanti da Lingua Madre che promuove la scrittura migrante anche attraverso podcast delle Autrici sui social e un gruppo di studio che approfondisce la scrittura migrante al femminile. Perché, come sempre, l’ essere donna e straniera è un surplus per trascendere insopportabili ipocrisie e intollerabili violenze, per comprendere e prendersi cura del mondo, e, attraverso la scrittura, cercare di cambiarlo.
Incredibilmente poetica l’ immagine che Yeniffer affida alla sua splendida penna: la bambina chiede alla sua nonna, in un paesino sperduto delle Ande, se lei debba considerarsi più italiana o più peruviana; la sua indimenticabile, saggia ‘abuela’ le risponde:” Ricorda che tu sei come la luna, mille e una sola”.

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