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Camerun: il dittatore Paul Biya compie novant’anni

Il 13 febbraio Paul Biya ha compiuto novant’anni: dopo la morte della regina Elisabetta, è diventato il capo di stato più vecchio del mondo. Il problema è che il dittatore camerunese, al potere da oltre quarant’anni, soffre di demenza senile: ora racconterò  un episodio, che dimostra quanto egli sia incapace di svolgere il suo ruolo di presidente.

Nel dicembre scorso, Biya viene invitato da Biden per ilvertice USA-Africa 2022; quando arriva il suo turno, il presidente camerunese è invitato a prendere la parola. Ecco allora che, di fronte alle telecamere, Paul Biya mostra la sua estrema fragilità: Chi sono tutte queste persone? Perché? Io non l’ho chiesto. Tra di loro ci sono personalità importanti?”.Un assistente gli risponde: “Sì, il presidente Kagame ha appena parlato e adesso è il suo turno”. Paul Biya risponde: “Vuoi dire che adesso devo parlare io? Dove? Perché?. Il tempo passa, il dittatore camerunese sfoglia le pagine del suo discorso, ma non parla. L’aiutante ritorna da lui e gli dice che tutti aspettano che egli inizi a parlare. E Biya, con uno sguardo spento: “Non cè nessuno che possa coordinare i lavori?”. Il video finisce qui, dopo aver impietosamente mostrato i grossi problemi dell’anziano leader.

In Camerun, la lotta per la successione al potere si è ormai aperta. Uno degli aspiranti al potere è stato appena arrestato: si tratta del potente capo del contro-spionaggio, Léopold Maxime Eko Eko, che è accusato dell’omicidio di Martinez Zogo. Di questo assassinio ha già scritto su Focus on Africa Riccardo Noury, ma ritengo importante riassumere brevemente la vicenda. Il 17 gennaio scorso questo famoso giornalista scompare: il suo corpo, che presenta chiari segni di tortura, viene ritrovato a Yaoundé il 23 gennaio. Arsène Salomon Mbani Zogo, detto Martinez Zogo, aveva cinquant’anni e dirigeva un’importante radio locale, Amplitude FM. Da molto tempo, dai microfoni di questa radio il giornalista denunciava la corruzione di molte persone legate al regime, tra le quali Jean-Pierre Amougou Belinga, proprietario di palazzi, banche, assicurazioni e mass-media e strettamente legato agli ambienti governativi. Secondo Zogo, Belinga era protetto dal ministro della giustizia, Laurent Esso, ed aveva avuto grossi favori dal ministro delle finanze, Louis Paul Motaze.

Chi aveva interesse ad uccidere Martinez Zogo? Il primo ad essere arrestato, il 6 febbraio, è proprio il magnate dei mass-media Belinga, che è accusato d’essere il mandante dell’omicidio. Insieme all’influente imprenditore viene arrestato anche suo suocero, il colonnello in pensione Raymond Etoundi Nsoe, ex-comandante della guardia presidenziale. Ferma restando la presunzione d’innocenza, Belinga aveva senz’altro un movente valido, poiché Zogo lo aveva pubblicamente e ripetutamente accusato d’essere un uomo corrotto.

Il primo febbraio una ventina d’intellettuali camerunesi, tra i quali lo scrittore Achille Mbembe, sottoscrivono un appello, che viene pubblicato anche dal quotidiano francese Le Monde. Essi manifestano una viva preoccupazione di fronte alla svolta violenta del dibattito pubblico in questo Paese cardine dell’Africa centrale, la cui stabilità è minacciata da aspre lotte di clan rivali al vertice dello stato”. Anche Reporters sans frontières parla di una “guerra di successione”: tutti sanno che Paul Biya è ormai sul viale del tramonto e sono pronti a sgomitare, pur di prendere il suo posto. Chi avrà la meglio? Un proverbio africano dice che quando due elefanti combattono, non si sa chi vincerà, ma è certo che l’erba sarà calpestata. Dio non voglia che sia il popolo camerunese ad essere calpestato in questa lotta cruenta per il potere.

Credits photo

Amanda Lucidon / White House

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