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Camerun, 30 morti a Yaoundé per le frane causate dalle forti piogge

Almeno 30 persone sono morte nelle frane causate dalle forti piogge a Yaoundé, la capitale del Camerun. Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio e alcune fonti, come un’emittente radiofonica locale, stima che possa essere già oltre 40, senza considerare diverse persone ancora disperse.

Domenica 8 ottobre il fiume Mefou è straripato per le intense piogge che battevano fin dal giorno precedente; diversi quartieri della capitale sono stati sommersi, ma la devastazione ha colpito soprattutto Mbankolo, uno dei quartieri più poveri, dove molte case sono state costruite in modo precario su una collina, che è scivolata verso il basso.

Gli sforzi di salvataggio sono stati ostacolati dalle inondazioni, costringendo la gente del posto a estrarre i corpi dalle macerie a mani nude. Intervistato dalla BBC, un residente del posto ha detto che suo figlio è morto a causa dell’alluvione:

“Ho visto il disastro e proprio mentre stavo informando mia moglie che le cose andavano male, in una frazione di secondo, io e i miei figli siamo stati sommersi. Ho salvato mia moglie e almeno tre figli, ma la pioggia si è portata via il quarto… la pioggia si è portata via quel bambino”.

Testimonianze simili si ritrovano in molte altre cronache riportate dalla stampa camerunense e internazionale, drammatiche e deprimenti: decine di case sono state spazzate via dalle inondazioni, trascinando con sé donne, bambini, anziani. Non è un fenomeno inusuale, anzi: eventi del genere sono frequenti durante la stagione delle piogge a Yaoundé, e l’anno scorso il crollo di un terrapieno ha ucciso almeno 14 partecipanti a una cerimonia funebre.

Il rischio di nuove frane è ancora alto, infatti il ministro dell’Interno, Paul Atanga Nji, ha invitato i residenti a evacuare la zona “perché il terreno è instabile”.

Nonostante questo, molti abitanti di Mbankolo non vogliono lasciare il quartiere e si organizzano per accamparsi con materassi e coperte. La povertà e precarietà del quartiere è un fattore di ulteriore vulnerabilità e l’allerta resta alta almeno fino alla fine di questo mese di ottobre.

Ulteriore preoccupazione è data dalla diga a monte della città, sul fiume Camerun, infatti le autorità locali hanno cominciato a rilasciarne l’acqua che rischierebbe di esondare per le piogge incessanti.

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