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“Africa contesa”, l’opera prima di Enzo Nucci in libreria

Arriva in libreria la prima opera letteraria di uno dei protagonisti dell’informazione sull’Africa, che ci ha vissuto e ci ha lavorato, approfondendo le tematiche politiche e sociali del continente: Enzo Nucci, storico corrispondente della Rai in Africa.
La presentazione del libro che si intitola, appunto, “Africa contesa”, si è svolta attraverso un dialogo con Jean-Léonard Touadi, già deputato, saggista e giornalista.

Pubblichiamo, a seguire, la prefazione di Pietro Veronese, inviato storico in Africa per “La Repubblica”, di cui è stato anche caporedattore esteri.

 

Il cambiamento è solo all’inizio

Pietro Veronese

È un’Africa nuova quella che si addentra nel terzo decennio del secolo. Non tanto perché sia cambiato quello che l’Africa è: la sua identità, cultura, ricchezza naturale e umana, la persistente crescita demografica, i molti suoi problemi – alcuni dei quali di sua esclusiva fattura, altri subiti. Quello che appare soprattutto cambiato è il suo modo di guardare sé stessa, di pensare il proprio ruolo in un contesto mutevole e multiforme, instabile, ricco di opportunità ma ancor più di pericoli. Cambia rapidamente il calcolo che essa fa di quello che può dare al resto del mondo, e di quello che può guadagnarne. È sempre l’Africa insomma, verrebbe da dire, ma un’Africa dalla mente nuova.

Va da sé, ma è opportuno ripeterlo, che la parola “Africa” è una convenzione. L’Africa è una somma di differenze, unificata soltanto dalla geografia e dallo sguardo che la osserva dall’esterno. Questa avvertenza, sempre valida quando si parla del continente, lo è ancor più forse nell’oggi di cui stiamo ragionando, nel quale logiche e interessi regionali, diseguaglianze economiche tra Paese e Paese, diversità di storie e relazioni internazionali passate, e diversità di emergenze presenti, differenziano fortemente discorsi e scelte dei governanti. Oltretutto, in questo primo quarto di ventunesimo secolo, attraverso l’epocale movimento migratorio di cui siamo testimoni, alla parola “Africa” si è aggiunta una nuova dimensione, una profondità di campo inedita, un moltiplicarsi di voci, perché oggi l’Africa è lì dove è sempre stata, ma è anche qui, in mezzo a noi, ampliando e avvicinando la prospettiva, l’eco, la cassa di risonanza di tutto quello che accade all’interno dei suoi confini. Una nuova carestia nel Sahel annuncia un accresciuto numero di sbarchi sulle coste europee; un’iniziativa diplomatica sudafricana altera gli schieramenti in corso in conflitti che si svolgono altrove; e così via.

Il libro di Enzo Nucci è pensato e scritto con la piena consapevolezza di questo divenire. L’autore, per la sua pluriennale esperienza di corrispondente RAI con base a Nairobi, è osservatore sensibile ed esperto di ciò che ogni giorno l’Africa ha portato e porta di nuovo, rinnovando con la sua attività professionale la validità del celebre detto di Plinio il Vecchio.

Nel salutare dunque la pubblicazione del libro, vengono in mente almeno tre osservazioni che la sua lettura suggerisce. La prima riguarda il cosiddetto “multi allineamento”, tema accennato fin dall’Introduzione dell’autore, cioè la fine di vecchie alleanze (europee e americane) in favore di altre, nuove e variegate (da tempo con la Cina, più recentemente con la Russia e altri). Questo cambiamento, destinato a lasciare tracce durevoli, è ricco di insegnamenti per tutte le parti coinvolte. Agli africani dà la misura che scegliere i propri amici è possibile, che i loro leader sono soggetti e non clienti, e che è giunto il momento di voltare liberamente pagina. Per gli europei, la Francia in primo luogo, è un invito a riflettere sui propri errori e – se ne saremo capaci – a voltare pagina anche noi.

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