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Zimbabwe, 25 oppositori arrestati: campagna elettorale segnata dalla repressione

Il 14 gennaio la polizia dello Zimbabwe ha fatto irruzione nel corso di una riunione privata in corso nella capitale Harare, arrestando 25 esponenti del partito di opposizione “Coalizione dei cittadini per il cambiamento”, compresi i due parlamentari Amos Chibaya e Costa Machingauta.

Due giorni dopo, mentre gli arrestati comparivano di fronte a un giudice, il loro avvocato Kudzayi Kadzere è stato picchiato da agenti della polizia antisommossa.

I 25 arrestati devono rispondere del reato di “partecipazione a un raduno allo scopo di promuovere la violenza, violare la pace o incitare al settarismo”, ai sensi dell’articolo 37 del codice penale, e della violazione della norma che prevede l’obbligo di comunicare, con due settimane di anticipo, l’organizzazione di iniziative politiche.

La riunione del 14 gennaio, così brutalmente interrotta dalla polizia, si stava svolgendo a casa di uno degli arrestati.

Il messaggio che arriva da questa nuova azione repressiva, nell’anno delle elezioni generali, è chiaro: chi si oppone al partito al potere finisce in prigione.

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