A tre mesi dall’agguato nella Repubblica democratica del Congo in cui hanno perso la vita l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci, che gli faceva da scorta, e l’autista del World Food Programme, Mustapha Milambo, gli elementi emersi, i misteri e le omissioni delle autorità locali, a fronte di arresti eseguiti a marzo e di cui non abbiamo ancora ufficialità, chiamano a una riflessione doverosa e a una richiesta di chiarezza e assunzione di responsabilità.
Non è credibile che non ci fosse piena consapevolezza che la zona in cui viaggiava il convoglio internazionale fosse ad altissimo rischio, sia perché area contesa fra bande di terroristi che spadroneggiano al confine tra Rwanda ed Uganda, che di miliziani fuori controllo e jihadisti che per sopravvivere perpetrano razzie e atti di criminalità di ogni genere a danno della popolazione locale e di chiunque graviti nella sfera di loro controllo.
Anche se la tesi di partenza e il conflitto a fuoco seguito ad un tentativo di rapimento, occorre andare a fondo, con indagini rigorose, senza sconti per nessuno per fugare il sospetto che a monte dell’uccisione dell’ambasciatore Attanasio possa celarsi ben altro che un ‘semplice’ attacco di criminalità comune.
Tanti sono i dubbi che avvolgono l’assalto che ha colpito il convoglio del WFP il 22 febbraio, oltre alla mancanza della protezione armata: dalla dinamica della sparatoria, alla fuga degli assalitori e alle reticenze delle autorità locali.
Dubbi che devono essere chiariti. Al più presto.
Focus on Africa, che dall’inizio segue la vicenda con inchieste, reportage e analisi, ha lanciato con Articolo 21 e Festival dei diritti umani la campagna #veritaperlucavittoriomustapha, che ha come immagine simbolo il disegno che Gianluca Costantini, illustratore e attivista, nonché collaboratore della nostra rivista, continuerà a tenere accesi i riflettori sulle indagini.
Un impegno che va oltre il giornalismo, che deve e può essere condiviso da chi reclama verità e giustizia per tre portatori di pace e per le loro famiglie.
Non è il tempo di polemiche: siamo d’accordo.
Questo è il tempo di ottenere verità e giustizia.
Per Luca, Vittorio e Mustapha.
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