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Unione Africana, dopo dieci anni ‘Silenziare le armi’ non ne ha ridotto il suono

Nel maggio 2013 l’Unione africana UA ha adottato un’iniziativa ambiziosa, denominata “Silenziare le armi“, nell’ambito della dichiarazione per il 50° anniversario dell’Unione Africana. L’UA voleva mettere a tacere le armi dopo un decennio dalla dichiarazione, per realizzare un’Africa libera da conflitti e con l’obiettivo di porre fine a tutte le guerre in Africa entro il 2020. Tuttavia, dopo dieci anni dalla dichiarazione, il suono delle armi è diventato ancora più forte nel continente africano visto che molti Paesi sono in ginocchio a causa dei conflitti armati.
L’analisi dei quotidiani nigeriani rivelano che l’Africa occidentale concentra il maggior numero di armi da fuoco, lecite e illecite detenute dai civili, con 11 milioni di unità, segue l’Africa settentrionale con 10,2 milioni e infine l’Africa orientale con 7,8 milioni.

Ci sono stati almeno 15 Paesi con conflitti armati attivi nell’Africa sub-sahariana nel 2019 e precisamente in: Burkina Faso, Burundi, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo. Etiopia, Kenya, Mali, Mozambico, Niger, Nigeria, Somalia, Sud Sudan e Sudan.

Tuttavia, è importante notare che le stime di cui sopra potrebbero non rispecchiare l’effettiva portata delle armi disponibili nel continente poiché la raccolta di dati sulle armi piccole e armi leggere e di piccolo calibro non è stimabile.

Mohamed IBN Chambas (nella foto di copertina) alto funzionario dell’Unione Africana, afferma che per l’Africa realizzare l’ obiettivo di mettere a tacere le armi significa intraprendere una vera trasformazione. Anzitutto l’Africa deve dare importanza agli investimenti in capitale umano e garantire risorse finanziarie disponibili.

Il rapporto sulle tendenze dei conflitti in Africa dell’Istituto di ricerca sulla pace di Oslo indica che sebbene il numero di conflitti statali è diminuito leggermente nel 2021, scendendo a 25, il numero è ancora molto più alto rispetto a un decennio fa. La situazione è peggiorata dalla proliferazione di armi piccole e armi leggere e di piccolo calibro in tutto il continente.

Ma dove sono le armi in Africa?
Nella prima analisi continentale dei flussi di armi illecite in Africa intitolata – Weapons Compass: Mapping Illicit Small Arms Flows in Africa, la Commissione dell’Unione Africana e il Small Arms hanno rivelato che gli attori civili africani che includono privati, imprese registrate come le compagnie di sicurezza privata e gruppi armati non statali detengono più di 40 milioni di armi, ovvero quasi l’80 per cento di tutte le armi leggere presenti nel continente.
Al contrario, le forze armate e le forze dell’ordine del continente detengono meno di 11 milioni di di armi leggere.
Il rapporto stima inoltre che tra i 40 milioni di armi da fuoco detenute dai civili in Africa, 5,8 milioni sono registrate come ufficialmente registrate, mentre 16 milioni non sono registrate.

L’Assemblea dell’UA ha prorogato fino al 2030 l’annuale commemorazione annuale di settembre del Mese dell’Amnistia in Africa per la consegna e la raccolta di armi e armi leggere illegali.
Il mese dell’amnistia, che è in vigore dal 2017, ha lo scopo di incoraggiare i civili a consegnare volontariamente le armi illegali in loro possesso a condizione di anonimato e di immunità al perseguimento penale.

Il Rappresentante dell’Unione Africana per l’iniziativa “Silenziare le armi“, Mohamed Ibn Chambas, nel marzo 2023 ha informato i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che l’obiettivo di mettere a tacere le armi in Africa in questo decennio è messo in discussione dal cambiamento climatico, dal terrorismo, dai colpi di stato e dalla storia del continente e ha affermato che l’Africa si trova ad affrontare molteplici sfide che mettono a rischio il raggiungimento dei nobili obiettivi di mettere a tacere le armi anche entro il 2030″.

Secondo Chambas le cause di queste sfide sono storiche, istituzionali, costituzionali, economiche, sociali e culturali e legate anche all’impatto del cambiamento climatico. Infine parlando delle sfide che tale iniziativa si trova ad affrontare prima di ogni altra cosa c’è la mancanza di impegno dei leader africani e dunque la mancanza di capacità di applicare quanto l’UA ha richiesto.

Il Consiglio di Pace e Sicurezza dell’Unione Africana (African Union Peace and Security Council) non ha abbastanza risorse finanziarie per mantenere l’impegno di ‘Silenziare le armi’ e poichè i finanziamenti dipendono dai donatori, la maggior parte delle operazioni di missione di pace o di altra attività non si possono attuare poichè le risorse non lo permettono.

È poi chiaro che l’aumento del terrorismo è una chiara indicazione della pronta disponibilità di armi leggere e di piccolo calibro.

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