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Un anno di scontri e violenza in Etiopia, Amnesty: bilancio tragico,140 persone uccise

Un rapporto diffuso il 29 maggio da Amnesty International getta una pesante ombra sull’immagine positiva del primo ministro dell’Etiopia Abiy Ahmed, premio Nobel per la pace 2019.
 
Ai progressi fatti registrare dalla sua nomina a primo ministro nell’aprile 2018 (tra cui il rilascio di migliaia di detenuti, l’espansione degli spazi di libertà e la cancellazione di norme che in passato erano state usate per violare i diritti umani), si contrappone la brutale reazione delle forze di sicurezza di fronte alla violenza armata e agli scontri intercomunali, soprattutto negli stati di Ahmara e Oromia, dove politici irresponsabili hanno usato linguaggio d’odio per attizzare il loro elettorato e le loro etnie.
 
Nel periodo preso in considerazione da Amnesty International, da dicembre 2018 a dicembre 2019, per reagire alla violenza il governo ha schierato l’esercito e la polizia federale, rafforzate sul terreno dalle polizie locali e dalle milizie kebele.
 
Risultato: almeno 140 persone uccise, 10.000 arresti, centinaia di sfollati, almeno 300 famiglie sgomberate, stupri e incendi di abitazioni.
 
Il rapporto di Amnesty International è scaricabile qui: https://www.amnesty.org/en/documents/afr25/2358/2020/en/
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