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Uganda, l’Aja condanna ex comandante del gruppo armato Lra

La Corte penale internazionale ha riconosciuto oggi Dominic Ongwen colpevole di crimini di guerra e crimini contro l’umanita’. Si tratta del primo tra gli ex capi della milizia armata Lord’s Resistance Army (Lra) a subire un processo e una condanna per le violenze perpetrate nel nord dell’Uganda a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso e che ha coinvolto anche Paesi confinanti. La Corte con sede all’Aia ha confermato 61 dei 70 capi d’imputazione contestati a Ongwen per crimini commessi nel 2004 e collegati ad attacchi condotti in quattro campi per sfollati interni. Il processo ha rappresentato un dilemma per i giudici, in quanto l’imputato sarebbe stato lui stesso vittima del movimento fondamentalista. L’ex combattente ha raccontato di essere un ex bambino soldato, uno tra le migliaia di minori – le stime ne indicano 20.000 – che in quegli anni i miliziani rapivano e addestravano affinche’ combattessero nelle file dell’Lra. Bambine e adolescenti venivano invece costrette alla prostituzione oppure a sposare i combattenti. Il suo avvocato ha sostenuto che al momento del rapimento “non aveva alternative”. Il legale ha aggiunto: “E’ stato schiavizzato e questa condizione e’ continuata finche’ non ha lasciato il gruppo”. Nella sentenza si legge invece che “la colpevolezza di Ongwen e’ stata stabilita senza alcun ragionevole dubbio”. La Corte “non ha trovato prove a sostegno della difesa, secondo cui l’imputato avrebbe sofferto di patologie o problemi mentali negli anni per i quali gli vengono contestati i crimini o che sia stato costretto a commettere quelle azioni”.
L’Lra fu fondato da Joseph Kony per destituire il governo e imporre uno Stato cristiano fondato sui dieci comandamenti biblici. Dopo il rapimento, Ongwen scalo’ i vertici dell’organizzazione divenendo vicecomandante, secondo nella gerarchia al solo Kony. Il mandato d’arresto nei suoi confronti era stato spiccato dalla Corte penale internazionale nel 2005. Da allora sia le forze statunitensi che quelle africane si erano messe sulle sue tracce, finche’ l’ex combattente non si era consegnato nel 2014.

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