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Uganda, in corso il vertice dei Movimenti Non Allineati, stretta sulle libertà degli oppositori

Dal 15 gennaio a domani, 20 gennaio 2024, è in corso a Kampala, capitale dell’Uganda, il 19° vertice del Movimento dei Non Allineati (NAM), ossia un forum che non è formalmente allineato con o contro alcun grande blocco di potere, ma che riunisce un cospicuo numero di Paesi (ben 120) che intendono promuovere gli interessi delle nazioni in via di sviluppo nel contesto della Guerra Fredda, quando si contrapponevano il blocco socialista filo-sovietico, la cui alleanza più nota era il Patto di Varsavia, e il gruppo di Paesi capitalisti filo-americani, molti dei quali appartenevano alla NATO. Il NAP è il più grande gruppo di Stati al mondo, dopo le Nazioni Unite, di cui rappresentano quasi i due terzi dei membri e in cui vive il 55% della popolazione mondiale. Tra costoro, 53 sono dell’Africa, 39 dell’Asia, 26 dell’America Latina e dei Caraibi e due dell’Europa (Azerbaijan e Bielorussia), ma vi fa parte anche lo stato palestinese non membro delle Nazioni Unite, più altri 17 Paesi osservatori (tra cui Russia e Ucraina) e 10 organizzazioni.

In questi giorni, a Kampala ci sono circa 4.000 delegati, organizzati in diversi comitati: politico, economico e sociale, i cui negoziati daranno forma al documento finale che sarà adottato dai ministri degli Affari esteri e presentato domani al vertice di chiusura dei capi di Stato. Secondo il Ministro degli Esteri dell’Uganda, Jeje Odong, “il mondo ha bisogno del multilateralismo e della solidarietà per affrontare le sue numerose sfide, tra cui i conflitti armati, l’insicurezza alimentare, la migrazione, la disoccupazione, le pandemie sanitarie, il cambiamento climatico e il terrorismo“.

Come si puo’ intuire, durante questa settimana a Kampala il livello di sicurezza è particolarmente alto, specie negli aeroporti, nei luoghi delle riunioni e negli hotel della capitale ugandese. Ma sempre per questa ragione, va segnalato c’è stata anche un’ulteriore stretta sulle libertà, quella di manifestare in strada e quella di opporsi politicamente: le forze di sicurezza ugandesi hanno bloccato le case di importanti politici dell’opposizione, come Kizza Besigye e Bobi Wine, ex pop star il cui vero nome è Robert Kyagulanyi. Quest’ultimo ha scritto su X (ex Twitter) che “i militari e la polizia hanno circondato la nostra casa e ci hanno messo agli arresti domiciliari“, per cui lui e i membri della sua famiglia sono impossibilitati a uscire.

I due leader dell’opposizione hanno chiesto agli ugandesi di proseguire con le proteste, ma la polizia ha risposto che i blocchi delle manifestazioni continueranno, affermando che le proteste organizzate da quei politici “non sono mai state pacifiche” e potrebbero mettere a rischio il summit del NAM.

Le libertà in Uganda sono molto limitate e, nel caso di Bobi Wine, gli arresti politici sono molto frequenti, come già accadutogli più volte, l’ultima nell’ottobre 2023:

Uganda, arrestato il leader dell’opposizione Bobi Wine

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