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Tigray, blocco umanitario continua. Salgono a 23 operatori uccisi

“L’ONU condanna fermamente le uccisioni, le violenze, gli attacchi, i rapimenti e le minacce contro gli operatori umanitari nella regione etiope del Tigray negli ultimi mesi”, ha affermato in una nota il coordinatore umanitario facente funzione per l’Etiopia dell’ OCHA, Grant Leaity.
“Ancora una volta siamo scioccati da questa notizia. La violenza contro gli operatori umanitari è intollerabile”, ha aggiunto.
Secondo l’ONU, il numero totale di operatori umanitari uccisi in Tigray dall’inizio del conflitto è così passato da 12 a 23.
“Perché ci sono notizie dell’assassinio di altri 11 operatori umanitari della Società di Soccorso del Tigray ( REST, una ONG con sede nel Tigray), oltre all’assassinio precedentemente segnalato del loro collega Aman Desta Abay a Kola Tembien a maggio “, ha affermato il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite ad interim per l’Etiopia.
Quanto segue è la visione e le richieste avanzate dal coordinatore dell’ OCHA sui vincoli operativi e il blocco umanitario in Tigray oggi.
Con l’incapacità di questi mesi di portare forniture umanitarie (risorse primarie, cibo, medicinali e carburante – banche e conti correnti oggi bloccati) a livelli accettabili per supportare le persone in Tigray, Grant Leaity ha affermato che la situazione è destinata a peggiorare drammaticamente.
La situazione ad oggi è già allarmante: si stimano che 5,2 milioni di persone (90% della popolazione in Tigray) abbiano bisogno urgente di assistenza umanitaria, tra cui 400.000 di loro sono già in condizioni simili a carestia: Quindi per scongiurare la peggior carestia da decenni bisogna agire quanto prima. Si ricordano anche 1,7 milioni di persone nelle regioni confinanti di Afar ed Amhara.
Anche l’ UNICEF recentemente ha segnalato la gravissima situazione di bambini, donne incinte e neo mamme che soffrono di allarmante malnutrizione. Oltre 100.000 bambini nel Tigray potrebbero soffrire di malnutrizione acuta grave e pericolosa per la loro stessa vita: un aumento di 10 volte la media annuale.
Il funzionario del’ OCHA – United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs ha esplicitato che, mentre l’accesso umanitario è ora praticabile e complessivamente sicuro all’interno della maggior parte del Tigray, la regione rimane di fatto pressocché inaccessibile agli aiuti umanitari, dove l’accesso per portare il materiale e gli aiuti salvavita continua ad essere estremamente limitato.
Nonostante un’unica via di accesso tramite l’Afar che i partner umanitari possono utilizzare, resta decisamente limitante il flusso umanitario causa ritardi per sdoganamento e pratiche burocratiche che rendono il passaggio estremamente difficile.
Le scorte di aiuti di primo soccorso e carburante stanno per esaurirsi, come per altro le scorte di denaro, in quanto vige un blocco su conti correnti e banche. Le scorte alimentari sono già esaurite il 20 agosto. In Tigray dovrebbero entrare 100 camion al giorno con forniture umanitarie per sopperire ai bisogni essenziali delle persone. Ad oggi, 2 settembre 2021, a partire dal 12 luglio, solo 335 camion sono entrati nella Regione, o meglio il 9% dei 3900 richiesti. Dal 22 agosto alcun camion ha oltrepassato i confini del Tigray. Attualmente ci sono 172 camion bloccati a Semara; forniture essenziali sono immaganizzate a Gibuti, Adama e Kombolcha in attesa ed a causa di vincoli amministrativi federali e regionali.
Per il sostegno delle attivvità umanitarie, ogni giorno sarebbero necessari circa 6,5 milioni di dollari (300 milioni di birr in valuta etiope) attraverso un sistema bancario funzionante o l’approvazione del governo per il trasporto di contatni. Dal 12 luglio solo 88 milioni di birr sono stati sdogananti e spediti in Tigray (il 4,2% del necessario).
Secondo le procedure governative etiopi, i partner possono trasportare fino a 2 milioni di birr sul volo aereo umanitario delle Nazioni Unite.
Per quanto riguarda il carburante, sarebbero necessari un minimo di 200.000 litri a settimana: dal 12 luglio solo 282.000 litri (12 camion) hanno raggiunto il Tigray, nessuno dal 16 agosto: circa il 28% della quantità necessaria da allora.
Riguardo la distribuzione/utilizzo di kit di emergenza sanitaria per 2,3 milioni di persone, non è più fattibile in quanto le scorte di contanti, carburante sono esauriti. Non sono disponibili nemmeno vaccinazioni contro morbillo, polio e Covid-19 che colpiscono 1,5 milioni di persone. Al contempo non è più fattibile con le attuali risorse in gioco, la costruzione di strutture igienico-sanitarie nei siti per sfollati: questa grave mancanza interessa 450.000 persone.
Raggiungere direttamente il Tigray, bypassando Afar ed Amhara come regioni insicure colpite anche loro da conflitti, richiederebbe ulteriore richiesta e carico di risorse che attualmente sono impensabili poter mettere in gioco.
Il coordinatore umanitario dell’ OCHA sottolinea che in conformità con il diritto umanitario internazionale, tutte le parti in conflitto devono consentire e facilitare il passaggio rapido e senza ostacoli di aiuti umanitari per evitare il peggiorare di questa catastrofe umanitaria. Le parti devono per altro proteggere e rispettare tutto il personale ed i beni umanitari.
In particolare il governo del’ Etiopia deve consentire e facilitare l’ingresso ed il movimento senza ostacoli all’interno del Tigray. Cioò include l’eliminazione degli impedimenti burocratici, l’accelerazione dello sdoganamento del materiale umanitario e la semplificazione degli iter amministrativi per le relative operazioni di soccorso.
L’ OCHA specifica anche che il governo etiope in conformità alla normativa internazionale sui diritti umani è invitato a ripristinare i servizi essenziali tra cui l’elettricità, le linee di comunicazione ed i servizi bancari, nonché il flusso di beni commerciali essenziali in Tigray.
Con queste premesse si può ben intuire che milioni di vite di civili, di persone in Tigray, in Afar ed in Ahmara dipendono dalla capacità che le agnezie e gli operatori umanitari hanno nel riuscire a raggiungerli il prima possibile con cibo, beni alimentari, kit e materiale medico e altri beni di prima necessità.
Queste persone devono poter essere raggiunte immediatamente e senza ostacoli per evitare e scongiurare l’avanzata di carestie e l’aumento del livello di mortalità.

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