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Etiopia, arruolamento di massa di minori per combattere il TPLF

La regione dell’Amhara è diventata il principale teatro bellico dove si decideranno le sorti della guerra civile in atto. Al momento la situazione si è equilibrata. Le milizie paramilitari Amhara e l’esercito federale (ENDF) sono riusciti a bloccare l’offensiva dell’esercito regolare del Tigray (TDF). Da due settimane si sta assistendo ad una serie di offensive e controffensive che rendono incerte le sorti del conflitto.

Abiy intende ricacciare il TDF nel Tigray per aver il tempo necessario per riorganizzare l’esercito e ricevere i droni da guerra dalla Turchia, semmai verranno veramente consegnati. Il TDF intende conquistare la capitale Bahir Dar e la città di Gondar, antica città imperiale. La loro conquista segnerebbe la disfatta del Prosperity Party costringendo il premier Abiy e i dirigenti nazionalisti Amhara alla fuga.

L’offensiva dei federali e delle milizie Amhara potrebbe perdere il suo slancio iniziale a causa di mancanza di uomini. I vari appelli ad arruolarsi per fermare i “terroristi” del Tigray sono caduti nel vuoto. Indipendentemente dal loro orientamento politico, la maggioranza dei giovani etiopi, non è entusiasta di farsi coinvolgere nella guerra civile. Questo rappresenta un grave problema per il regime di Addis. Servono uomini e subito.

A questo problema il Presidente dell’Amhara: Agegnehu Teshager (che è anche presidente del Prosperity Party regionale e una delle massime figure politiche del nazionalismo fascista Amhara) ha lanciato una campagna di reclutamento degli studenti delle scuole superiori, tecniche e professionali, università. Il reclutamento è rivolto anche al corpo insegnanti. Lo riporta il quotidiano etiope Addis Standard che ha già subito un grave tentativo di censura governativa che aveva imposto la sua chiusura un mese fa. Una decisione rivista a seguito di pesanti pressioni internazionali.

In una dichiarazione rilasciata la sera del 30 agosto Teshager ha inviato gli studenti delle scuole medie, istituti tecnici e università, il corpo insegante e i giovani fisicamente idonei al servizio militare, ad arruolarsi per “seppellire i terroristi del Tigray”. Teshager ha giustificato l’appello affermando che la guerra in atto nella sua regione determinerà la sopravvivenza dell’etnia Amhara, il secondo gruppo etnico etiope dopo gli Oromo.

Una guerra crudele di vendetta viene inflitta al popolo Amhara. Siamo giunti in un momento cruciale. Dobbiamo unirci per seppellire i nostri nemici e garantire la nostra sopravvivenza. Il TPLF minaccia il nostro diritto a vivere. Ci vuole cancellare dalla faccia della terra. I giovani Amhara devono unirsi alle nostre difese regionale e al ENDF per giocare un ruolo decisivo. Dobbiamo diventare tutti soldati per proteggere i nostri cari e le istituzioni che ci difendono alla distruzione totale” ha dichiarato su TV e radio Teshager. Ovviamente per istituzione si intende il Prosperity Party. Il leader estremista Amhara ha accusato l’esercito regolare del Tigray di uccisioni, stupri, saccheggi e distruzione di proprietà pubbliche e private.

Fonti diplomatiche affermano che non si tratterebbe di un semplice invito. Teshager avrebbe ordinato alle sue forze speciali e milizie di arruolare i giovani studenti e professori. L’arruolamento non viene attuato con i metodi coercitivi e violenti normalmente usati dal regime eritreo, rapendo i giovani all’uscita delle scuole. Una tattica più subdola viene adottata. Si fa leva sul dovere di difendere l’etnia Amhara, creando un obbligo morale di lealtà etnica. Chi si rifiuta viene segnalato alla comunità in cui vive per ottenere biasimo e un’esclusione sociale, facendolo passare per un “traditore”.

Fino ad ora l’uso dei minori è stato riscontrato solo nelle truppe di occupazione dall’Eritrea che combattevano in Tigray. Non riuscendo a sconfiggere la resistenza Tegaru il dittatore Isaias Afwerki ha iniziato a reclutare con la forza ragazzi e ragazze dai 14 ai 17 anni. Dopo un breve addestramento li ha inviati a crepare in Tigray. L’arruolamento di minori nelle unità combattenti è stato uno dei fattori che hanno permesso la vittoriosa offensiva del TPLF che ha liberato il Tigray.

Attualmente si segnalano molti minori eritrei inviati nel Afar per prepararsi ad una offensiva contro il TDF. Le accuse reciproche fatte fino ad ora e relative ai bambini soldati sono state deficitarie di prove reali per condannare le milizie Amhara, il ENDF, TDF o l’OLA di questo efferato crimine. Purtroppo ora si rischia di vedere minori Amhara in uniforme costretti a combattere per difende il loro gruppo etnico.

Teshager ha legato l’invito (obbligazione) di arruolamento alla sopravvivenza etnica Amhara, manipolando la realtà per ottenere maggior effetto. Il regime Amhara del Prosperity Party non è in guerra esclusivamente con il TPLF ma con una coalizione di varie etnie dall’Oromia a Gambella che ha come obiettivo abbattere l’attuale regime che ha portato al collasso l’intera nazione e al macello centinaia di migliaia di soldati e civili.  Questa coalizione (in cui il TPLF ha ottenuto la leadership in quanto forza politica e militare più organizzata ed esperta) non ha dimostrato al momento alcuna intenzione genocidaria nei confronti degli Amhara. Il suo obiettivo è liberare il paese da questo regime nazionalista.

La demonizzazione dell’avversario è attuata dal regime nazionalista Amhara per impedire qualsiasi possibilità di sedersi al tavolo dei negoziati e trovare una soluzione pacifica a questo orribile conflitto. Il 28 agosto Kenya, Niger, Tunisia e St Vincent Grenadines hanno presentato al Consiglio di Sicurezza ONU una richiesta di intervenire sul governo etiope affinché elimini la definizione unilaterale di “gruppi terroristici” rivolta al TPLF e OLA per permettere l’inizio dei negoziati con l’entità politiche militari che si oppongono al governo centrale. Hanno inoltre richiesto alle Nazioni Unite che pretendano dal governo etiope l’annuncio ufficiale di un serio e tangibile cessate il fuoco,associato alla fine del blocco dell’assistenza umanitaria in Tigray e la volontà di sedersi al negoziato della pace.

Ieri Getachew Reda (portavoce del TPLF) ha dichiarato alla BBC, durante una intervista rilasciata al programma “HardTalk” che il cessate il fuoco sarà rispettato quando il regime Amhara permetterà l’accesso umanitario, associato al ripristino di luce, comunicazione, trasporti aerei e terrestri, ripresa delle attività bancarie. Alla domanda se il TPLF è pronto a ritirare le sue truppe dall’Amhara e dall’Afar (come richiesto dagli Stati Uniti), Reda ha risposto negativamente adducendo motivazioni di difesa della popolazione Tegaru. Ha inoltre negato che il suo partito stia cercando la secessione dall’Etiopia affermando però che il conflitto terminerà con la rimozione del regime di AratKilo, quartiere di Addis Ababa dove risiede il Premier Abiy.

Le accuse di atrocità e crimini di guerra compiuti dall’esercito regolare del Tigray non sono sostenute da prove inconfutabili a differenza dei crimini compiuti dalle milizie Amhara: FANO, esercito federale e truppe di occupazione eritree. Nonostante ciò sarebbe insensato e fazioso affermare che l’esercito regolare del Tigray e le milizie a lui associate non abbiano commesso nessun crimine di guerra. In ogni conflitto entrambe le parti commettono crimini. La differenza sta nella quantità dei crimini commessi che evidenziano un preciso piano di pulizia etnica o di genocidio.

La guerra civile etiope è entrata nella sua fase nazionale e ogni parte coinvolta ha tutto l’interesse di trasformare il nemico in un mostro per avere la giustificazione morale di sterminarlo. Fin dall’inizio del conflitto (novembre 2020) i regimi etiope ed eritreo hanno adottato la tattica ruandese escogitata dal 1991 al 1994 dal MRND (Mouvement Révolutionnaire National pour le Développement) del dittatore Juvenal Habyarimana. Attuare pulizie etniche e crimini contro l’umanità su vasta scala addossando le colpe alla parte avversa. L’obiettivo è quello di mettere sullo stesso piano vittime e carnefici.

L’unico modo per verificare l’attendibilità dei crimini addossati all’avversario sono indagini indipendenti condotte da esperti etiopi e stranieri non coinvolti politicamente o militarmente. Varie richieste sono state sottomesse dalle Nazioni Unite, Unione Europea e Stati Uniti. Secondo le dichiarazioni ufficiali emesse dalle parti in confitto il TPLF è disponibile a facilitare queste inchieste indipendenti compreso il bombardamento di civili nell’Afar addebitato al TDF, mentre il regime di Abiy si oppone etichettandole come “gravi interferenze negli affari interni di un paese sovrano”.

In questa fase del conflitto occorre che i media etiopi e stranieri pongano molta attenzione nel trattare le notizie inserendole nel giusto contesto bellico e politico. Purtroppo alcuni media rischiano di venir strumentalizzati dai regimi di Afwerki e Abiy riportando notizie non contestualizzate soprattutto se riguardano aspetti umanitari. Dall’altra parte alcuni media o giornalisti occidentali, che sono stati accusati in questi 10 mesi di parzialità e simpatie per il TPLF, da due settimane hanno minimizzato o addirittura non riportato notizie sul fronte Amhara per nascondere le evidenti difficoltà dell’esercito Tegaru, confermando indirettamente che le accuse rivoltegli erano fondate.

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