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Sudan, diciasettenne torturato in carcere e accusato di un omicidio mai commesso

Muhammad Adam è un attivista di  17 anni, è in prima linea tra i rivoluzionari e partecipa alle manifestazioni pacifiche contro il colpo di stato in Sudan dal primo momento.
Nel Paese sta assistendo a manifestazioni pacifiche organizzate che, nonostante la loro tranquillità, vengono brutalmente represse e vengono utilizzati proiettili, che hanno  causato la morte di oltre 81 persone.

Muhammad Adam è stato colpito da una granata stordente alla gamba riportando ferite che hanno richiesto l’intervento  dei medici dell’ospedale Al-Jawdah che poi l’hanno ingessata. Quando il 15 gennaio si è poi recato al Royal Care Hospital per le visite mediche di controllo è stato arrestato nonostante fosse su una sedia a rotelle e accusato di aver ucciso un agente della polizia, secondo un comitato di avvocati di emergenza che difendono i manifestanti pacifici. Sono almeno 20 i manifestanti accusati di omicidio dai militari, ma le denunce contro di loro sono state respinte. La madre di Muhammad Adam ha dichiarato di aver visitato suo figlio e di averlo trovato sofferente, con evidenti segni di brutali torture sul corpo. Almeno quattro chiodi gli sono stati conficcati sui suoi piedi. È stato inoltre appeso a una corda a testa in giù per molto tempo.
Quando gli avvocati hanno che fosse visitato da un medico, le autorità hanno rifiutato tale richiesta. Sua madre dice che le condizioni di salute di suo figlio sono pessime, soprattutto perché soffre di pressione alta. Vale la pena notare che le autorità sudanesi praticano la massima brutalità su Mohammad, ed è stato minacciato di morte, affinché confessi un omicidio che non ha commesso.

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