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Sudan, cala la tensione a Khartoum dopo gli scontri tra militari ed ex forze di sicurezza

La calma dopo la tempesta. Khartoum sembra tornare lentamente alla normalità. I voli all’aeroporto sono ripresi ieri sera mentre l’ipotesi di mantenere la chiusura dei ponti sul Nilo si è trasformata nella limitazione al passaggio ai soli mezzi autorizzati. Resta comunque alta l’allerta tra i ranghi delle forze di sicurezza. Oltre alle misure per ridurre la circolazione sono aumentati i posti di blocco.

Gli scontri dei giorni scorsi tra ex membri dei servizi segreti e militari hanno allenato non poco il governo guidato dal presidente Ahmdok. 

Il timore di una coda delle violenze aleggia anche tra gli occidentali presenti nella capitale, come padre Lorenzo Baccin, missionario a Khartoum, che suggerisce di non sottovalutare le nuove tensioni.

Dopo gli scontri dei giorni scorsi,  quando siè infuriata una di colpi di arma da fuoco esplosi nei pressi di sedi dei servizi di sicurezza, il National Intelligence Security Service (Niss), sia a Khartoum che nelle aree di Soba e Kafouri. Gli spari sarebbero stati un’azione dimostrativa da parte di agenti e ufficiali per protestare contro indennità giudicate insufficienti. Ma secondo nostre fonti si tratterebbe di qualcosa ben più grave è ampio. Alcune unità dei servizi contesterebbero infatti la ristrutturazione del corpo e la sua integrazione nelle Forze di intervento rapido, organismo paramilitare gia’ in prima fila nel sostegno al presidente Omar Hassan Al-Bashir.

“Qui dalla nostra casa non abbiamo sentito il rumore delle raffiche ma la notizia di ciò che stava accadendo ci è arrivata subito” dice padre Lorenzo, un comboniano originario di Padova.

“I video r le notizie sulla sparatoria sono stati  rilanciati sui social. Per fortuna la situazione è rientrata in tempi brevi e per la popolazione non ci sono state conseguenze. Per ora quindi tutto è rientrato ma bisogna  tenere conto che c’è chi rema contro questo governo o e non vuole che le cose cambino”.

Il riferimento è alla rivoluzione che ha portato  alla caduta di Omar Hassan Al-Bashir, al potere per 30 anni.

Il Niss, ora in fase di ristrutturazione, è stata una delle architravi del potere dell’ex presidente.
Secondo padre Baccin, a contrapporsi ai mutamenti sostenuti dal nuovo esecutivo guidato dal primo ministro Abdalla Hamdok sarebbero anzitutto forze “islamiste”. Tra i provvedimenti del governo in carica c’e’ stata l’abolizione del partito di Al-Bashir e di leggi “sull’ordine e la morale pubblica” improntate alla sharia, all’origine dell’arresto di migliaia di donne “colpevoli” di aver partecipato a feste private o aver indossato pantaloni.

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