Accolto il ricorso presentato dall’avvocato dell’imprenditore italiano Marco Zennaro, scarcerato in Sudan, e tornato agli arresti domiciliari in albergo, l’Acropole, in centro a Khartoum.
A confermare quanto anticipato la scorsa settimana da Focus on Africa, la Farnesina sottolineando che Zennaro non potrà lasciare il Sudan per affrontare le varie cause che lo vedono coinvolto.
La scarcerazione, hanno spiegato fonti del ministero degli Esteri, è il frutto di un lungo negoziato costantemente seguito dall’ambasciatore a Khartoum e dal direttore generale Luigi Vignali, che si era recato in missione in Sudan nelle scorse settimane su indicazione del ministro Luigi Di Maio che ha tenuto personalmente a ribadire che la Farnesina continuerà a seguire da vicino la situazione.
Di Maio ha ringraziato “tutte le strutture del ministero degli Esteri coinvolte, in particolare il nostro ambasciatore in Sudan, Gianluigi Vassallo, che dal primo istante sta seguendo il caso con il massimo impegno, e il direttore generale Luigi Vignali, al quale avevo chiesto nei giorni scorsi di recarsi in missione sul posto”.
In attesa del 27 giugno, data in cui è prevista l’udienza della causa civile, Zennaro non potrà lasciare l’hotel se non sotto scorta di polizia e attenderà agli arresti domiciliari il processo qualora non venisse raggiunto un accordo tra le parti extragiudiziale. Con lui il padre, Cristiano, che ha versato una cauzione di 800 mila dollari.
Il procedimento giudiziario si preannuncia lungo e ricco di insidie.