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Sud Sudan, dove anche le mura hanno orecchie. La denuncia di Amnesty International

Un rapporto diffuso oggi da Amnesty International ha denunciato che il Servizio per la sicurezza nazionale (Nss) del Sud Sudan utilizza tecnologia d’esportazione per spiare e terrorizzare oppositori, attivisti e giornalisti.

Nel corso di una ricerca durata due anni, 63 sud sudanesi hanno raccontato ad Amnesty International l’esperienza della sorveglianza fisica e soprattutto tecnologica.

Se è noto che l’Nss abbia agenti ovunque, all’interno del Sud Sudan come nei paesi confinanti, per monitorare e anche infiltrare associazioni, organi di stampa, aziende private e strutture recettive, meno conosciuto è l’impatto della sorveglianza elettronica, soprattutto sulle conversazioni telefoniche.

Ad esempio, tra il 2015 e il 2017 l’azienda israeliana Verint Systems Ltd ha fornito all’Nss software per intercettare le comunicazioni nonostante il rischio che queste forniture avrebbero potuto essere usate per compiere violazioni dei diritti umani.

Un ex operatore di Vivacell, operativa in Sud Sudan fino al marzo 2018, ha confermato che l’Nss aveva accesso diretto ai dati dei clienti di tutte le compagnie telefoniche, grazie alla tecnologia fornita da Israele, oltretutto a pagamento delle stesse compagnie.

“Prima di dire una cosa al telefono, ci devi pensare due volte”, ha raccontato ad Amnesty International un attivista.

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