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Sud Sudan, decine di vittime civili dopo nuove violenze a Leer. Ucciso anche un operatore di MSF

in Sud Sudan, nella contea di Leer, decine di civili sono morti per le violenze scoppiate lo scorso 4 aprile. La clinica di MSF, una delle poche strutture sanitarie rimaste in funzione, ha ricevuto più di 30 feriti da arma da fuoco, oltre a diversi feriti da trauma e sopravvissuti a violenze sessuali. Le case sono state bruciate, le proprietà saccheggiate, migliaia di persone sono in fuga tra le paludi.

 

Tra le vittime civili anche un membro dello staff di MSF, Peter Mathor Tap, rimasto ucciso da un proiettile mentre non era in servizio.

 

“Migliaia di sfollati hanno urgente bisogno di aiuti umanitari e cure mediche. Chiediamo a tutti i gruppi armati di rispettare il diritto umanitario internazionale e di cessare immediatamente di colpire i civili e le strutture sanitarie” dichiaraFederica Franco, capomissione italiana di MSF in Sud Sudan.

Dopo lo scoppio degli ultimi combattimenti, la clinica di MSF a Leer ha ricevuto più di 30 feriti da arma da fuoco, oltre a diversi feriti da trauma e sopravvissuti a violenze sessuali. Dopo che molte organizzazioni umanitarie hanno lasciato Leer a causa dei problemi di sicurezza, la clinica di MSF è una delle poche strutture sanitarie rimaste in funzione in tutta la contea ed è l’unica struttura in grado di fornire cure mediche d’emergenza avanzate.

Secondo le prime valutazioni la distruzione ha avuto ampio raggio, specialmente a Adok, Pilleny, Thonyor e Touchria dove molte persone sono state uccise, le abitazioni bruciate e le proprietà saccheggiate. Migliaia di persone sono state costrette a fuggire, incluso lo staff di MSF. Le persone sfollate sono troppo spaventate per tornare a casa e molti di loro hanno perso tutti i loro averi. Molti hanno cercato rifugio nelle zone paludose dove sono a rischio di malattie trasmesse dall’acqua come colera, diarrea e malaria.

“Gli aggressori hanno sparato e tutti sono fuggiti verso la palude per mettersi in salvo. Alcuni sono stati trucidati, incluse madri, ragazzi e bambini”ha dichiarato Nyadeng*, un’anziana che vive ad Adok. “Quando siamo usciti fuori, abbiamo trovato tutto bruciato, hanno preso le capre e hanno saccheggiato le proprietà”.

È un periodo molto duro per la popolazione di Leer, che ha già vissuto un ciclo infinito di violenza e ripetuti sfollamenti. Leer è stata una delle contee più colpite durante la guerra civile tra il 2013 e il 2018, quando brutali combattimenti hanno avuto un enorme impatto sulla comunità. Gli attacchi degli ultimi mesi hanno causato ulteriori morti, distruzione e sfollamenti forzati, oltre ad aver ostacolato l’accesso agli aiuti umanitari, esacerbando ulteriormente una situazione umanitaria già disastrosa.

Siamo rimasti nascosti nella boscaglia per cinque giorni. Alcune persone vivono all’aperto senza alcun riparo e soffrono la fame perché non hanno cibo” ha dichiarato John*, un membro dello staff locale di MSF, una delle persone sfollate a Leer. “La situazione è davvero terribile. La gente qui ha bisogno d’aiuto”. 

Inoltre, le violenze hanno impedito la fornitura di servizi medici essenziali alle comunità colpite. Delle sei strutture sanitarie comunitarie che MSF gestisce nella contea di Leer, tre non sono più operative: una è stata parzialmente distrutta e le altre due sono state saccheggiate durante gli ultimi scontri. Nonostante questo, MSF continua a garantire l’accesso alle cure essenziali di cui la popolazione ha bisogno. La clinica di MSF nella città di Leer e altre tre strutture sanitarie continuano a operare e sono state attivate delle cliniche mobili per operare nei principali campi per gli sfollati.

“Le atrocità, la paura costante di essere attaccati e la distruzione delle strutture mediche stanno gravemente compromettendo l’accesso all’assistenza sanitaria e le persone hanno paura a spostarsi per acceder alle cure” ha conclusoFederica Franco di MSF.Migliaia di sfollati hanno urgente bisogno di aiuti umanitari e cure mediche. Chiediamo a tutti i gruppi armati di rispettare il diritto umanitario internazionale e di cessare immediatamente di colpire i civili e le strutture sanitarie”.

 

*Nomi di fantasia per proteggere l’identità.

 

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