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Storia di vita sotto lo stesso cielo

Giuseppe viveva in un luogo remoto, tra terreni coltivati e abitazioni tradizionali circondate da alberi, ma aveva sempre desiderato cercare fortuna al di là delle colline e dei confini del suo paese natale. La sua vita era stata finora intrisa di tradizioni, il profumo di cucina casalinga e le storie di famiglia tramandate da generazioni, ma anche di racconti che venivano da un’altro mondo, al di là del grande mare.

Un giorno, prese una decisione: avrebbe intrapreso il lungo viaggio verso quella destinazione sconosciuta, quel luogo da dove arrivavano storie di grandi successi e i suoi genitori raccontavano che alcune famiglie dicevano di ricevere denaro da chi aveva scommesso su quella avventura. Riempì un vecchio bagaglio con poche cose, salutò la sua famiglia con occhi determinati e si diresse verso l’ignoto.

Il giovane attraversò terre sconosciute, raggiungendo luoghi che non aveva mai immaginato. Dopo mille peripezie sbarcò in un’area urbana che pulsava di vita, con strutture architettoniche che sfidavano il cielo e una diversità di volti che lo osservavano. Qui, si immerse in una nuova cultura, apprendendo una lingua sconosciuta e lavorando instancabilmente per costruire un futuro migliore.

Nel corso degli anni, nonostante le sfide delle discriminazioni e le sottili manifestazioni di razzismo, fece amicizia con persone del luogo e con altre, provenienti da diverse parti del mondo, condividendo storie di casa, tradizioni e ricordi di una vita che sembrava lontana. Ma c’era qualcosa di enigmatico in lui, qualcosa che non riuscivano a spiegarsi. I suoi occhi irradiavano una luce diversa.

Un giorno, durante una conversazione su storie familiari, un amico curioso gli chiese: “Dove sei nato, mio amico?” Il giovane rispose con un sorriso, “La mia storia è più complessa di quanto possa sembrare.”

Con voce calma, raccontò la sua vicenda, rivelando che era originario di una terra lontana. Era nato da genitori che avevano sentito dire che c’era un paese dove si poteva fare fortuna, un luogo che prometteva opportunità uniche.

Raccontò di avere affrontato un viaggio straordinario, non solo attraverso distanze geografiche, ma anche attraverso culture e identità diverse. Si sentiva un ponte tra mondi lontani e raccontava di quanto fossero sfumate le linee che separano le persone in questo mondo globale.

La sua storia di persona oramai integrata nel nuovo mondo era una testimonianza vivente di come le identità potessero essere sfuggenti ed esortava a riflettere sulla complessità delle migrazioni e sulla diversità che arricchisce ogni comunità.

Così, il giovane continuò la sua vita in questa terra straniera facendola diventare sua, portando con sé la ricchezza delle sue esperienze e la consapevolezza che ognuno di noi è una storia in continua evoluzione, una storia che non può essere giudicata solo dalla superficie. La sua storia rimaneva un ricordo, ma anche un promemoria che, sotto la pelle, siamo tutti viaggiatori alla ricerca di un posto nel mondo.

P.s.: il grafico ha messo in apertura la foto sbagliata del protagonista ed io ho sbagliato nome. Il suo vero nome è Youssef e questa la foto giusta:

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