Il 1° aprile il presidente del Somaliland Muse Bihi Abdi ha graziato 574 prigionieri: una misura necessaria per decongestionare le carceri e contrastare così la diffusione della pandemia da Covid-19.
Tra i prigionieri tornati in libertà non c’è però Abdimalik Muse Oldon, arrestato esattamente un anno fa, il 17 aprile 2019, a Burao.
Il 6 giugno Oldon è stato incriminato per “diffusione di propaganda anti-nazionale” e “diffusione di notizie false”. L’8 luglio è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere e la sentenza è stata confermata in appello il 29 settembre.
Amnesty International ha incontrato il giornalista e i suoi avvocati nel giugno scorso e ha assistito a una delle udienze. Lo ritiene un prigioniero di coscienza, condannato solo per aver espresso opinioni critiche verso il governo. Uno dei suoi avvocati, Mubarik Abdi Ismail, è stato costretto ad abbandonare la difesa a causa delle minacce e delle intimidazioni ricevute dalle autorità del Somaliland.
Ondon sta scontando la condanna nella prigione centrale di Hargeisa.