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Somalia, continua la repressione dei media: arrestato il giornalista Abdalle Ahmed Mumin

Agenti dei servizi di sicurezza hanno arrestato questa mattina il giornalista freelance e difensore della libertà di stampa Abdalle Ahmed Mumin.  Hanno fatto irruzione in un hotel nella capitale somala di Mogadiscio e lo hanno portato via con la forza. Subito si è mobilitato il Comitato per la protezione dei giornalisti che ha rilasciato la seguente dichiarazione: “I funzionari somali stanno dimostrando una vergognosa volontà di abusare dei processi legali per mettere a tacere un giornalista schietto e sostenitore della libertà di stampa”.
Ancora poi duro  Muthoki Mumo, rappresentante per l’Africa subsahariana del CPJ il quale ha sottolineato che “Abdalle Ahmed Mumin dovrebbe essere rilasciato senza indugio e i funzionari responsabili della sua continua persecuzione essere ritenuti responsabili individualmente”.
Mumo ha inoltre Inviato i partner internazionali a denunciare questo arresto come “un atto di aggressione contro la libertà di stampa”.

Gli agenti hanno arrestato Abdalle durante una riunione pubblica convocata da un comitato senatoriale, durante la quale Abdalle è stato invitato a parlare, e non hanno mostrato un mandato o spiegato perché lo stavano arrestando.
A dare notizia dell’arresto del collega, Mohamed Ibrahim, presidente del Somali Journalists Syndicate (SJS), un gruppo locale per i diritti dei media che Abdalle ha cofondato .
Secondo Reporters sans frontières la Somalia è al 140° posto su 180 paesi nella lista globale della libertà di stampa.
Con oltre 50 giornalisti uccisi nel paese dal 2010. è considerata la nazione più  pericolosa per i giornalisti in Africa.
La minaccia principale è rappresentata dai combattenti di Al-Shabab legati ad Al-Qaeda che stanno cercando di rovesciare il governo sostenuto a livello internazionale a Mogadiscio. Ma anche le autorità somale sono accusate di numerose violazioni.

Credits foto Cpj

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