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Sea Watch 3, Carola Rackete merita il Nobel. 3 luglio digiuno di giustizia anche per lei

C’è voluta una donna tedesca per mettere in crisi e sparigliare le carte al ministro Salvini, una ragazza tedesca dai grandi valori, una donna straordinaria che ha avuto tutto dalla vita e ora dedica una parte  della sua vita a chi non ha niente.
Carola Rackete meriterebbe il premio Nobel per il suo coraggio di sfidare una legge assurda, cui bisogna disobbedire, perché è un atteggiamento profondamente cristiano la disobbedienza alle ingiustizie, i primi martiri sono morti proprio per questo motivo: la legge della vita e la legge dell’amore devonl essere la nostra bussola, fino al punto di pagare di persona come sta ora rischiando la ‘capitana’ della SeaWatch. Mi ricorda Antigone, quando dice che l’unica maniera per interrompere la serie di leggi assurde e uscire fuori dalla follia collettiva è usare la parola ‘amore’, visto che ci stiamo disumanizzando, al punto da ordinare di togliere striscioni che esortano a restare umani e ricordano la massima evangelica dell’amare il nostro prossimo: davvero assurdo. Sto veramente male, soffro un male boia davanti alle conseguenze del decreto sicurezza che non è altro che un ‘gioco’ di Salvini per creare lo scontro in un clima di guerra, dove ogni prova di forza procura consenso politico e voti  elettorali, purtroppo anche fra tanti cattolici, che a furia di ricordare di essere cattolici si sono dimenticati di essere cristiani…”.
La SeaWatch con i migranti a bordo era come un’ambulanza con un malato grave a bordo che corre verso l’ospedale più vicino e non si ferma neanche davanti all’alt della polizia; l’imbarcazione aveva uno
stato di emergenza a bordo ed era giusto che non si fermasse nella corsa ad approdare nel porto più sicuro e vicino.
Per questo nella giornata di digiuno del 3 luglio davanti a palazzo Montecitorio dove 
giungeremo in cammino da piazza San Pietro, dopo aver ascoltato all’udienza generale le parole di Papa Francesco, esprimeremo la nostra solidarietà alla comandante e all’equipaggio della Sea Watch. 

“UN ANNO DI DIGIUNO DI GIUSTIZIA”

È passato un anno da quando abbiamo condiviso l’accorato appello con Mons. Raffaele Nogaro, Suor Rita Giaretta, Don Alessandro Santoro della Comunità delle Piagge, Padre Giorgio Ghezzi e della Comunità del Sacro Convento di Assisi che dava inizio ad una staffetta fatta da persone singole, associazioni, gruppi spontanei, comunità religiose che per un anno ha portato avanti un piccolo segno di protesta, indignazione e di richiamo alla coscienza di tutti gli uomini e le donne di buona volontà. “Avete mai pianto, quando avete visto affondare un barcone di migranti?” così Papa Francesco ci interpellava durante la Messa da lui celebrata a Lampedusa per le 33.000 vittime accertate perite nel Mediterraneo per le politiche restrittive della “Fortezza Europa”.

È il naufragio dei migranti, dei poveri, dei disperati, ma è anche il naufragio dell’Europa, e dei suoi ideali di essere la “patria dei diritti umani”. La Carta della UE afferma: “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata.

È un crimine contro l’umanità, un’umanità impoverita e disperata, perpetrato dall’opulenta Europa che rifiuta chi bussa alla sua porta.  Anche l’Italia, decide ora di non accogliere, di chiudere i porti alle navi delle ONG ed affida invece tale compito alla Guardia Costiera libica, che se salverà i migranti, li riporterà nell’inferno che è la Libia.

Dopo un anno queste parole sono amaramente ancora valide, e se da una parte il governo italiano ha inasprito le politiche dell’accoglienza e alimentato un clima di intolleranza con la propaganda della paura e dell’esclusione, e che nulla hanno a che vedere con la nostra cultura giuridica e con la nostra identità europea, civile e cristiana, dall’altra si sono moltiplicate incredibilmente le voci di dissenso, di coraggiosa opposizione e di pacifica condanna, nonchè le testimonianze di disobbedienza civile per le quali e con le quali ancora oggi torniamo a digiunare.

Mercoledì 3 luglio ci vedremo alle 13:30 davanti a Piazza San Pietro, (inizio del colonnato di via della Conciliazione) e da lí proseguiremo fino a Piazza Montecitorio dove stabiliremo il nostro presidio dalle 15 alle 19.

Vi chiediamo, ora più che mai, di partecipare e di diffondere il nostro invito

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