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Schiavitù, più di 40 milioni le vittime di tratta. Migliaia sono bambini

La Giornata Internazionale per l’abolizione della schiavitù si è celebrata lo scorso 2 dicembre.

Le celebrazioni accendono per un giorno i riflettori, ma c’è ancora molto da fare, perchè la schiavitù esiste ancora, fa parte del tessuto sociale dei più svariati angoli del mondo, e, sotto varie forme, è ancora pesantementepresente tra la popolazione mondiale.

Secondo l’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO) sono più di 40 milioni le persone nel mondo vittime della schiavitù moderna. Sebbene la schiavitù moderna non sia definita dalla legge, è usata come termine generico che definisce pratiche come: il lavoro forzato, la schiavitù per debiti, il matrimonio forzato, la tratta di esseri umani, lo sfruttamento sessuale, le peggiori forme di lavoro minorile, il reclutamento forzato di bambini da utilizzare nei conflitti armati.Essenzialmente, si riferisce a situazioni di sfruttamento che una persona non può rifiutare o abbandonare a causa di minacce, violenza, coercizione, inganno o abuso di potere.

Inoltre, più di 150 milioni di bambini sono soggetti al lavoro minorile, pari a quasi un bambino su dieci in tutto il mondo, nonostante l’ILO abbia 4 anni fa adottato un protocollo legalmente vincolante, progettato per rafforzare gli sforzi globali per eliminare il lavoro forzato.

Ma un fatto di cronaca più recente ci documenta che la schiavitù dei bambini è una tragedia ancora presente. La Corte Suprema americana, la quale ha ricevuto martedì 1° dicembre la richiesta delle società Nestlé e Cargill di archiviare le cause contro di loro per aver sfruttato il lavoro minorile nelle piantagioni di cacao in Costa d’Avorio, dovrà pronunciarsi nei prossimi mesi.

La denuncia risale al 2005, anno in cui sei maliani intentarono una causa negli Stati Uniti contro Nestlé USA e Cargill, sostenendo che le due società sapevano cosa stesse succedendo in queste piantagioni eaffermando di essere stati reclutati da bambini e ridotti in schiavitù nelle piantagioni in Costa d’Avorio, dove la filiale americana del gruppo svizzero Nestlé e il gigante americano del commercio e della lavorazione di materie prime agricole Cargill acquistano il cacao.

Insomma, gli imputati, secondo i querelanti, sapevano specificamente che il lavoro minorile forzato veniva utilizzato nelle fattorie o nelle cooperative agricole con le quali facevano affari.

Staremo a vedere: i nove giudici della Corte suprema dovrebbero prendere la loro decisione entro la fine di giugno 2021.

Ma casi analoghi si sono verificati anche in altre parti del mondo. E’ il caso di un report  che riguarda la situazione delle piantagioni di nocciole in Turchia, nelle quali vi sarebbe un possibile sfruttamento minorile per il quale sono accusate aziende come la Ferrero, che si serve di questa frutta secca per produrre la famosa Nutella e altri prodotti. I supermercati australiani hanno chiesto chiarimenti in merito. Il tutto è stato documentato con parole ed immagini: si tratta di centinaia di profughi siriani impiegati e sfruttati in Turchia nella regione del Mar Nero.

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