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Sanzioni contro Procuratore capo Cpi per indagini su forze americane per crimini di guerra

Fare indagini sui crimini di guerra è consentito solo se non riguardano gli americani e e non ci si ferma neppure di fronte alla Corte penale internazionale (Cpi).

Del resto abbiamo imparato in questi primi quattro anni di amministrazione Trump che il suo vero volto  è l’imperialismo, la cui arroganza è arrivata fino al punto di imporre sanzioni nei confronti del procuratore capo della Corte penale internazionale, Fatou Bensouda, in merito a indagini su presunti crimini di guerra commessi da soldati americani in Afghanistan.

Donald Trump ne ha firmato l’ordine esecutivo. Le sanzioni riguardano funzionari della Corte penale internazionale dell’Aja per le inchieste sui crimini di guerra commessi in Afghanistan dai talebani, dalle forze afghane e dai militari americani. Oltre alle inchieste sui crimini in Afghanistan, gli americani sono contrari a possibili investigazioni sul trattamento dei palestinesi da parte di Israele. L’amministrazione americana ritiene la Cpi un organismo politico, e le inchieste sono viste come una minaccia alla sovranità americana.

L’ordine esecutivo prevede anche il blocco immediato dei fondi ai funzionari della Cpi e ai loro familiari negli Stati Uniti e il diniego dei visti per entrare sul suolo americano.

È l’ennesimo strappo dell’amministrazione Trump, dopo quello dell’accordo Onu sul clima e gli attacchi più recenti all’Oms per il Covid-19 e alla Cina.

Gli Stati Uniti non hanno mai fatto parte della Corte, avviata nel 2002 come tribunale internazionale di ultimo grado, sotto l’egida dell’Onu, per le vittime dei genocidi, dei crimini di guerra e di altre atrocità, con la sola eccezione di un breve periodo di  collaborazione sotto l’amministrazione Obama, collaborazione che è stata interrotta appunto con la presidenza Trump.

I giudici della Corte penale dell’Aja avevano avviato un fascicolo di inchiesta a marzo sui crimini di guerra commessi in Afghanistan nel 2003-2004. Principale obiettivo dell’indagine sono i talebani e le forze afghane, ma alcuni episodi riguarderebbero anche presunti crimini di guerra commessi da militari americani.

In una presentazione del 2017 al tribunale dell’Aja, Bensouda ha affermato che i pubblici ministeri hanno trovato prove credibili che le forze statunitensi hanno sottoposto almeno 54 detenuti a stupri, torture e altri trattamenti crudeli nel 2003 e nel 2004 in Afghanistan. E funzionari della Cia che operano in siti in Polonia, Romania e Lettonia hanno sottoposto almeno altre 24 persone a tali trattamenti crudeli.

Gli Stati Uniti, che avevano già negato i visti di ingresso agli investigatori del Cpi, avevano fatto la stessa cosa negando il visto d’ingresso alla procuratrice Bensouda.

Il Tribunale penale internazionale ha definito ”inaccetabili” e ”senza precedenti” le sanzioni imposte dagli Stati Uniti nei confronti del procuratore capo della Corte Fatou Bensouda.

Bruxelles ha espresso seria preoccupazione per la decisione americana, ribadendo il proprio sostegno alla Corte penale internazionale, che gioca un ruolo chiave per garantire la giustizia e la pace.

E’ la prima volta che le forze americane finiscono in un’indagine del tribunale internazionale, a cui, speriamo, venga consentito di fare per intero il proprio lavoro nel rispetto del suo ruolo e dei diritti di tutti.

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