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I rifugiati eritrei protestano davanti all'ufficio dell'UNHCR ad Addis Abeba lo scorso anno dopo gli attacchi ai rifugiati in due campi. Fotografia: Tiksa Negeri/Reuters

Rifugiati, Papa e Mattarella: non ignorare dramma di chi fugge da crisi e guerre

Una duplice ed energica esortazione arriva nella giornata mondiale del rifugiato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a “non ignorare il loro dramma” e da papa Francesco perché “occorre far fronte al problema dell’accoglienza senza scuse e indugi”. Il presidente delle Repubblica ricorda che circa 100 milioni di uomini, donne e bambini, in tutti i continenti, sono costretti a lasciare le proprie case per trovare protezione “contro la persecuzione, gli abusi, le violenze” ma riconosce che “da sempre l’Italia è in prima linea nell’adempiere all’alto dovere di solidarietà, assistenza e accoglienza”. Mattarella indica anche la strada da percorrere per aiutare i RIFUGIATI ovvero “un’indispensabile e urgentissima soluzione strutturale di lungo periodo” per “superare definitivamente la gestione emergenziale” con un’azione “di respiro europeo ed internazionale” ormai “indifferibile”. Il Papa si affida ad un tweet per ricordare i “tanti disperati che fuggono da conflitti e cambiamenti climatici, occorre far fronte al problema dell’accoglienza, senza scuse e indugi. Affrontiamolo insieme, perché le conseguenze si ripercuotono su tutti”. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani rinnova l’impegno del governo “a proteggere e trovare soluzioni durature per i RIFUGIATI, anche attraverso corridoi umanitari in grado di favorire flussi migratori legali e contrastare violenze e persecuzioni. Soprattutto in Sahel e Nord Africa”. E per la ricorrenza ong, associazioni e organismi internazionali e nazionali da nord a sud hanno organizzato molte iniziative. Sedici città italiane, ad esempio, hanno aderito ad Hope Away from Home la campagna dell’Unhcr, l’Agenzia Onu per i RIFUGIATI, ed illuminato di blu nella notte decine di monumenti. Sant’Egidio ha promosso per giovedì prossimo nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma la veglia “Morire di Speranza”, dove saranno ricordate le 65mila persone morte dal 1990 a oggi nel mare Mediterraneo o nelle altre rotte, via terra, dell’immigrazione verso l’Europa. Veglia che sarà presieduta dal cardinal Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana. Una campagna social, un reportage e il 22 giugno a Roma il convegno dal titolo “Proteggere e sostenere i percorsi di crescita: quale accoglienza per i minori stranieri non accompagnati?” è quanto promosso da Save The Children per la giornata del rifugiato. Intanto però a Lampedusa non si fermano gli sbarchi, nell’hotspot le presenze hanno superato quota 1.400, mentre 600 persone con la nave Dattilo della Guardia Costiera stanno per fare rotta verso Reggio Calabria. E sull’isola sono arrivati i componenti della commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo che, tra gli altri, hanno incontrato il prefetto Valerio Valenti, commissario delegato per lo stato d’emergenza e rappresentanti delle Ong, e non il sindaco Filippo Mannino “amareggiato” perché è rimasto ad aspettare invano in aeroporto la delegazione che intanto si era imbarcata sulla nave Dattilo per una dimostrazione di un’operazione Sar. Critiche arrivano anche dagli eurodeputati Alessandra Mussolini (Fi), Giuseppe Milazzo (FdI) e Annalisa Tardino (Lega) che accusano il presidente della commissione, il socialista spagnolo Felipe Lopez Aguilar, di aver avviato la conferenza stampa senza averli aspettati.

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