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RDCongo, sventato un tentativo di colpo di stato

Nelle prime ore di ieri, domenica 19 maggio 2024, un gruppo di più di 20 assalitori, “guidati da Christian Malanga e composto da persone di diverse nazionalità” (ci sarebbero due statunitensi), ha attaccato il Palazzo della Nazione, sede dell’ufficio del Presidente della Repubblica Democratica del Congo, Félix Tshisekedi Tshilombo. Poco prima, hanno anche assalito la residenza di Vital Kamerhe, un alto funzionario del governo. Due agenti di polizia addetti alla sua sicurezza sono stati uccisi.

Le forze di difesa e sicurezza congolesi (FARDC) hanno reagito rapidamente, neutralizzando gli assalitori e sventando il colpo di stato. Durante la giornata, il governo ha diffuso un comunicato in cui informa di aver preso misure per rafforzare la sicurezza delle istituzioni, dei funzionari e della città di Kinshasa. Inoltre, il governo ha invitato la popolazione a rimanere vigile e a denunciare qualsiasi movimento sospetto “da parte di nemici della pace e dei loro complici“.

Secondo alcune ricostruzioni, gli aggressori cercavano l’indirizzo della primo ministro Judith Tuluka, ma non conoscendolo si sarebbero recati presso la residenza di Jean-Pierre Bemba, senatore e vicepresidente del Paese, e, poiché costui non era in casa, si sarebbero poi diretti verso l’abitazione di Kamerhe.

Ma chi è Christian Malanga Musumari, il leader del gruppo che ha compiuto l’attacco ieri mattina? Si tratta di un ex ufficiale militare congolese, nato a Kinshasa nel 1983, ma che risiede negli Stati Uniti con tutta la sua famiglia. Secondo fonti della sicurezza, sarebbe stato ucciso dalle FARDC. Era il presidente del Partito Congolese Unito (PCU), un partito politico nazionale da lui formato dopo l’esperienza alle elezioni parlamentari del 2011. Nel 2017 Malanga creò un governo in esilio a Bruxelles, per poi sparire dai radar per diversi anni, fino a ieri mattina.

Da alcuni video diffusi sui social media, ieri mattina gli assalitori chiamavano Christian Malanga “Presidente Malanga” (tra cui suo figlio Marcel, arrestato) e sostituiscono le bandiere della RDC con quelle dello Zaire, parlando di “nuova repubblica dello Zaire”. In un secondo video, girato dopo l’arresto del gruppo, tra loro si vede un bianco in possesso di un passaporto statunitense.

I cittadini americani arrestati sarebbero Benjamin Reuben Zalman-Polun e Cole Patrick, imprenditori nel settore della cannabis per uso terapeutico e delle sigarette elettroniche in Mozambico, e entrambi amici intimi di Malanga, con cui hanno fondato la società CCB Mining Solutions, che produce targhe e sistemi di sicurezza per automobili a Maputo, sempre in Mozambico.

Il gruppo di Malanga appare immediatamente poco organizzato e mal equipaggiato, mosso alla ventura più che da un piano ben strutturato e da un progetto politico lungimirante, per quanto non democratico e violento. Si tratta di disperati? Sono alla mercé di qualcun altro? Questo episodio verrà utilizzato da Tshisekedi per una stretta sulle libertà o in chiave anti-rwandese? Al momento sono tutti interrogativi aperti, ma che certamente smuoveranno lo scacchiere congolese e africano.

Kinshasa, tuttavia, ieri sembra che non abbia subito alcun trauma: alle 15 lo Stadio dei Martiri era pieno di centomila spettatori di un concerto:

Intanto, il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki, ha condannato il tentato putch, felicitandosi che non ci siano vittime tra le autorità congolesi.

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