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RDCongo, firmato l’accordo per il disimpegno della MONUSCO

Martedì 21 novembre, il governo della Repubblica Democratica del Congo (RDC) e la Missione di Peacekeeping dell’Organizzazione delle Nazioni Unite nella RDC (MONUSCO) hanno firmato a Kinshasa un piano di disimpegno volto al ritiro graduale della missione dell’ONU, tra il capo della missione, la diplomatica della Guinea Bintou Keita, e il ministro degli Affari esteri congolese, Christophe Lutundula.

Questo accordo segna un importante passo avanti verso un graduale abbandono dei caschi blu dalle provincie orientali congolesi. Il ritiro della MONUSCO era stato auspicato e anticipato alla fine di settembre dallo stesso presidente congolese Félix Tshisekedi, quando durante la 78esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York il Capo di Stato chiese un ritiro più rapido, già dal successivo dicembre, dei soldati internazionali dal suo Paese.

RDCongo, il presidente Tshisekedi chiede all’ONU il ritiro anticipato della MONUSCO

Quel discorso mise in moto le autorità congolesi, che da allora hanno elaborato il piano di transizione, rivisto dalla MONUSCO, e poi firmato ieri. Secondo la RDC, è necessario un nuovo approccio alla persistente situazione di sicurezza nei territori lungo il confine orientale del Paese. Come ha dichiarato il ministro Lutundula, “Dopo tanti anni e investimenti importanti, dove sono i risultati concreti della MONUSCO?“, sottolineando quindi l’inefficienza dei caschi blu nel contrastare i gruppi ribelli armati, come l’M23 (che il governo congolese ritiene sostenute dal Rwanda), soprattutto nelle province dell’Ituri e del Nord Kivu.

Christophe Lutundula ha insistito sulla necessità di passare all’azione, per cui, per allentare le tensioni tra la MONUSCO e le popolazioni congolesi dell’Est, è importante accelerare la partenza della missione: “È tempo di considerare nuove modalità di cooperazione con le Nazioni Unite, più adatte alle nostre esigenze attuali“.

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