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RDCongo, cosa dicono i sondaggi sulle prossime elezioni presidenziali

A dieci giorni dalle elezioni generali del 20 dicembre, nella Repubblica Democratica del Congo i 24 candidati alla presidenza continuano la campagna elettorale, ma solo una porzione di loro ha delle reali possibilità di diventare Capo di Stato. Per varie ragioni, è azzardato fare previsioni: il Paese è enorme e con scarse vie di comunicazione; è composto da 26 province molto diverse tra loro sul piano economico-sociale, alcune delle quali versano da decenni in condizioni disperate a causa della guerra; è demograficamente disomogeneo tra una megalopoli come capitale e vaste zone rurali, scarsamente popolate e spesso raggiungibili solo via-fiume; l’accesso a internet è a macchia di leopardo e riguarda appena il 20% della popolazione.

In queste condizioni è difficile anche compiere dei sondaggi, tuttavia alcune rilevazioni statistiche sono effettuate, come quella del GEC, il Gruppo di Studio sul Congo, in collaborazione con il BERCI, l’Ufficio di studi, ricerca e consulenza internazionale (un istituto indipendente di ricerca congolese). Secondo questa ricerca, il favorito per la vittoria è Félix Tshisekedi, presidente uscente e candidato alla rielezione. Nel gennaio 2023, quindi molto prima del periodo elettorale che stiamo attraversando, il GEC/BERCI ha intervistato telefonicamente 4.000 persone, le cui intenzioni di voto sono per il 32% rivolte a Tshisekedi, per il 16% a Moïse Katumbi e il 13% a Martin Fayulu.

Da allora, il quadro politico è cambiato molto, ad esempio si è candidato Denis Mukwege, il Premio Nobel per la Pace 2018, e ci sono stati alcuni apparentamenti, sebbene l’opposizione non abbia individuato un candidato unico dietro il quale coalizzarsi.

Nell’agosto 2023 un’indagine di Geopoll, un istituto di ricerca degli Stati Uniti, ha rilevato gli stessi risultati: il 65% delle risposte danno Félix Tshisekedi come il vincitore delle elezioni del 20 dicembre. Nello stesso periodo – dal 22 agosto al 14 settembre 2023 – un sondaggio condotto dall’agenzia Kuna (con sede a Parigi) e dall’istituto One to One (con sede in Tunisia) ha raccolto le intenzioni di voto di 987 congolesi, secondo cui oltre l’85% si recherà alle urne (si prevede, dunque, un alto tasso di partecipazione) e, tra costoro, il 43,6% voterà Félix Antoine Tshisekedi, mentre il 24% il suo principale concorrente, ossia Moïse Katumbi, e il 16,2% Martin Fayulu. In quello stesso sondaggio, tuttavia, risultava che il 25% degli intervistati non sapeva ancora per chi votare, per cui è altamente probabile che quei dati stiano subendo dei cambiamenti durante questa campagna elettorale.

Esistono anche sondaggi in cui il favorito, invece, è Moïse Katumbi, ricco imprenditore ed ex governatore del Katanga, secondo cui avrebbe il 62% delle intenzioni di voto, come quello diffuso da CASE, la Commissione africana per la supervisione delle elezioni. Inoltre, afferma la CASE, questo risultato potrebbe ulteriormente cambiare “nel caso in cui Katumbi ottenesse nuovo sostegno politico da altri esponenti dell’opposizione, perché aumenterebbe il suo punteggio alla fine delle elezioni”. Simaro Ngongo Mbayo, presidente della CASE, ha poi aggiunto che la forza di Katumbi deriva dal possedere “una flotta aerea propria e risorse sufficienti per coordinare le sue squadre comodamente dislocate in tutto il paese […], nonché per le sue molteplici azioni di beneficenza in favore delle categorie vulnerabili della società congolese (ospedali, sfollati di guerra, gruppi sportivi e altre vittime di disastri naturali)”.

Non è chiaro quanto tali sondaggi siano attendibili, sia sul piano metodologico che politico, né quanto le rispettive propagande dei candidati li strumentalizzino o li commissionino, mentre invece un parametro più concreto – sebbene non informi sulle intenzioni di voto – è quello preso in considerazione dalla società Target, che sta monitorando la comunicazione di diversi candidati in tutto il territorio congolese. Secondo questa singolare ricerca, il candidato Tshisekedi è presente in tutti i capoluoghi delle 26 province con suoi manifesti, locandine, gigantografie, pannelli pubblicitari, striscioni, volantini, magliette… mentre Katumbi lo è in 14 città (ossia il 54% dei casi), Fayulu in 7 città (il 23%).

L’unica luce incontrovertibile che mostra questa rilevazione è la differente forza mediatica dei candidati, chi per patrimonio personale, chi per macchina statale a supporto; tuttavia, anche chi ha meno copertura riesce a influire se, come nel caso del dottor Denis Mukwege, i suoi manifesti vengono abbattuti dagli avversari politici, come accaduto qualche giorno fa nella città di Goma, nel Nord Kivu:

Infine, una nota più colorata: la campagna elettorale si svolge anche sui social-media, dove – stando ai post pubblicati dai candidati e alle reazioni che suscitano tra i loro follower su Twitter/X e Facebook – il candidato Katumbi sembra essere il più attivo, postando spesso i video dei suoi affollatissimi comizi in giro per il Paese. Non è un osservatorio particolarmente affidabile, tuttavia la sensazione è che la battaglia elettorale sarà voto su voto. Inoltre c’è il caso di TikTok, dove invece i protagonisti sono vari predicatori, profeti e veggenti che si lanciano in previsioni più o meno mistiche e fantasiose, come in questo caso:

@numbinday1

RDC 🇨🇩 la prophétie sur les élections présidentielles en République démocratique du Congo 2023 et 2024#mois #katumbi #felix #tshisekedi #matata #ponyo #martin #fayulu #abonnetoi❤️❤️🙏

♬ son original – numbi

Al di là di tutto, il processo elettorale in corso è molto delicato e le preoccupazioni sono molte sul loro buon esito, sia sul piano sociale che su quello dell’affidabilità dello spoglio e della trasparenza del voto. Il rischio di proteste o di violenza post-elettorale incombe, accentuando l’incertezza.

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