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RDCongo, almeno 300 morti per le alluvioni dovute alle piene dei fiumi

Sono almeno 300 i morti nella Repubblica Democratica del Congo per inondazioni, frane e crolli di muri e altri edifici nelle città di Bukavu e Kananga, dovute ad inondazioni di numerosi fiumi. Come ha spiegato il ministro congolese degli Affari sociali, “almeno 43.750 case sono crollate, 1.325 scuole, 269 centri sanitari, 41 mercati pubblici e 85 strade devastate” e, ha aggiunto, si stimano “quasi 300 perdite di vite umane, 304.521 famiglie colpite e un alto rischio di malattie trasmesse dall’acqua e altre epidemie”.

Da almeno una decina di giorni, cioè dalla fine del 2023, nella RDCongo c’è molta preoccupazione per l’eccezionale aumento del livello delle acque di vari fiumi, compreso il grande Congo, che hanno rotto gli argini in diverse province: Tshopo, Mongala, Equateur, Ubangi Nord e Sud, Kwilu, Mai-Ndombe, Kongo-Central, Lomami, Kasaï, Kasaï-Central, Sud Kivu e Tsuapa. In particolare, venerdì 29 dicembre la “Régie des Voies Fluviales”, l’autorità nazionale sui fiumi, ha emesso un comunicato stampa in cui spiega che la portata del fiume e dei suoi affluenti, tra le città di Kinshasa e di Brazzaville, ha raggiunto i 73209,101 m3/s, definito “un volume senza precedenti”.

I paragoni sono addirittura con la grave alluvione del 1961, quando il livello del fiume Congo, nei pressi di Kinshasa, fu di 6,26m, mentre adesso ha raggiunto i 5,94m il 28 dicembre, in una tendenza che continua a salire. La RVF ha messo in guardia le autorità pubbliche e la popolazione sui rischi, perché le inondazioni sono una grave minaccia per le attività economiche e gli abitanti. Si temono, infatti, sia perdite umane e materiali, sia epidemie legate all’acqua malsana.

La situazione è così delicata che, domenica 7 gennaio 2024, addirittura Papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus in piazza San Pietro a Roma, ha espresso preoccupazione per le alluvioni già avvenute in varie province e cordoglio per i 300 morti e tutte le persone sinistrate.

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