Un nuovo massacro si è consumato venerdì scorso nell’Est della Repubblica Democratica del Congo, provincia del Nord-Kivu, nel territorio di Beni. Quest’attacco è attribuito ai ribelli delle Forze Democratiche Alleate che hanno ucciso oltre 46 persone (il bilancio è ancora provvisorio), tra cui donne, uomini e bambini. Tante altre persone sono state rapite.
Durante l’attacco, verso le 20, gli abitanti della zona sono stati radunati per poi essere massacrati a colpi di machete e coltelli in due villaggi vicini, Mukondi e Mausa. I corpi delle vittime sono stai poi dati alle fiamme.
La ribellione delle ADF, affiliate allo Stato Islamico. è iniziata negli anni ‘90 in Uganda, paese vicino alla Repubblica Democratica del Congo, ed è responsabile della morte di migliaia di civili in circa 10 anni.
Né l’intervento dei caschi blu della Monusco (missione dell’Onu), né l’intervento dell’esercito congolese riesce a fermare gli attacchi del genere. Dall’inizio di quest’anno, questi ribelli hanno già ucciso oltre 150 civili. Questo nuovo attacco interviene nel contesto di grande insicurezza all’Est della Repubblica Democratica del Congo, al Sud del Nord-Kivu che è ancora teatro delle violenze tra l’esercito congolese e i ribelli degli M23 sostenuti dal Rwanda, secondo il governo congolese e gli esperti dell’Onu.
Il cessato del fuoco era previsto martedì scorso, ma la guerra continua e i ribelli continuano a ampliare il loro raggio di azione acquisendo il controllo dei territori, raggruppamenti informali e villaggi.
Una delegazione del consiglio di sicurezza dell’Onu è attesa in Congo per valutare la situazione umanitaria e di sicurezza.
La guerra che è ricominciata da un anno tra l’esercito congolese e gli M23, nella Repubblica Democratica del Congo continua a costringere migliaia di famiglie alla fuga verso il territorio di Nyiragongo e verso la città di Goma, nella provincia del Nord-Kivu.
Gli esperti parlano di oltre un milione di persone in fuga e istallate nei diversi campi senza aiuti umanitari. Oggi si parla di oltre 6 milioni di profughi interni in tutto il paese e la loro condizione umanitaria è catastrofica.
Tra le organizzazioni locali più attive l’ASSOCIAZIONE PONTE DI SOLIDARIETÀ/APSO è presente in prima linea nella zona per portare l’assistenza umanitaria ai profughi.
Per aiutare e sostenere nelle sue azioni di contrasto all’emergenza con diversi progetti di sviluppo è possibile inviare una donazione attraverso un bonifico alla Banca : TRUST MERCHANT BANK, numero di conto 00017-28005-74016690001-31. -Codice Swift : TRMSCD3L