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Viaggio apostolico di Papa Francesco a luglio nella Rd Congo e in Sud Sudan

La Santa Sede ha annunciato che Papa Francesco visiterà la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e il Sud Sudan dal 2 al 7 luglio. Il Pontefice, che ha 85 anni, visiterà prima la RDC dal 2 al 5 luglio, in particolare le città di Kinshasa e Goma, poi si recherà a Juba, capitale del Sud Sudan, dal 5 al 7 luglio, rispondendo all’invito dei Capi di Stato e dei Vescovi dei due Paesi africani, afflitti da anni di violenza e povertà, e per i quali Francesco celebrò una veglia il 23 novembre 2017, chiedendo alla comunità internazionale di aiutare donne e bambini.

Sarà la trentasettesima visita apostolica del Santo Padre, ma come ha scritto la Sala Stampa vaticana in un comunicato stampa, “soprattutto sarà la realizzazione di un desiderio espresso da anni”. Francesco tornerà nel continente africano dopo tre anni dal viaggio del 2019 in Mozambico, Madagascar e Mauritius, e dopo sette anni dal viaggio del novembre 2015 in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana. In quest’ultima nazione, i rischi furono molti a causa delle violenze in corso nella capitale Bangui, tuttavia il Papa continuò e aprì simbolicamente la Porta Santa nella locale cattedrale, così da dare inizio al Giubileo della Misericordia.

Come ha osservato la Santa Sede, “il Pontefice da sempre ha mostrato una particolare apprensione per la situazione in Sud Sudan e Congo”, per i quali ha più volte sollecitato la comunità internazionale a “compiere sforzi adeguati per portare la pace in queste zone del mondo”.

Pochi minuti dopo l’annuncio del Vaticano, a Kinshasa si è tenuta una conferenza stampa in cui il vescovo Marcel Utembi Tapa, presidente della Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco), ha detto: “Il Papa verrà a ravvivare la speranza del popolo congolese, che ha bisogno di pace, sicurezza e benessere”. Gli ha fatto eco il cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa, secondo il quale questa visita è “un dono inestimabile per il nostro Paese, per il nostro popolo, un popolo che oggi sta attraversando momenti difficili”.

La RDC è un Paese di circa 90 milioni di persone, afflitto da un persistente conflitto armato, è stimata essere per il 40% cattolica, per il 35% protestante o affiliata a chiese evangeliche, per il 9% musulmana e per il 10% kimbanguista (una chiesa cristiana nata in Congo). È uno stato laico, ma la religione è molto diffusa nella vita quotidiana dei congolesi e, talvolta, la Chiesa cattolica ha giocato un ruolo di primo piano nella politica locale. Una tappa significativa è quella di Goma, la principale città della provincia orientale del Nord Kivu, teatro di violenze da parte di gruppi armati per più di 25 anni, nonché colpita da una violenta eruzione vulcanica nel corso del 2021. Kinshasa, invece, è una megalopoli con difficoltà e problemi tipici delle sterminate città del sud del mondo, ma anche con un tasso di crescita come poche al mondo; fu già visitata da un Papa nell’agosto del 1985, quando Giovanni Paolo II vi trascorse due giorni.

La visita in Sud Sudan, invece, sarà la prima di un pontefice dalla creazione del Paese nel 2011. Si tratta di una nazione instabile e povera, che ha vissuto una sanguinosa guerra civile tra il 2013 e il 2018, ma dove ancora oggi vi sono scontri e orrori ricorrenti. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato il 1) marzo, almeno 440 civili sono stati uccisi tra giugno e settembre 2021 negli scontri tra le fazioni di rivali di Salva Kiir e Riek Machar, per i quali la Santa Sede stessa è stata coinvolta nei negoziati con un ruolo di mediazione. Nel 2019, Francesco ha persino invitato i due leader sud-sudanesi in Vaticano per un ritiro spirituale al termine del quale si è inginocchiato davanti a loro e li ha implorati di fare la pace, un gesto simbolicamente potente che ha lasciato il segno.

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