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Ucraina, la guerra degli africani considerati – come spesso accade – vittime di serie B

Sulla guerra in Ucraina negli ultimi giorni si è detto di tutto e di più, ed è inutile soffermarci sulle cause di questo conflitto che sono ben note a tutti. Parliamo di qualcosa di meno conosciuto in merito a questa guerra, ovvero delle condizioni e dei maltrattamenti subiti dagli africani residenti nel luogo, riconosciuti, come spesso accade, come vittime di serie B. Da diversi giorni l’Unione africana, con diverse dichiarazioni ufficiali, denuncia la grave situazione degli africani in fuga dalla guerra. A chi proviene da stati africani, per entrare in nazioni quali Ungheria, Polonia e Romania, viene richiesto un visto Schengen. L’Ucraina invece presenta, con i paesi vicini dell’Unione Europea, un regime di esenzione dal visto. A causa del conflitto, oggi, il commissario europeo per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha concesso il via libera ai soggetti provenienti dai paesi africani per fare ritorno nei paesi di origine. Ma nonostante tutto, nonostante la grande emergenza, la messa in sicurezza di queste persone viene messa in discussione lungo i confini polacchi, dove gli accordi di Schengen hanno la meglio su tutto. Si dicono molto preoccupati per questa terribile situazione il Presidente dell’Unione africana e attualmente anche del Senegal Macky Sall e il presidente della Commissione dell’Unione africana Moussa Faki Mahamat particolarmente turbati da questo mancato rispetto del diritto a mettersi in salvo, denunciando un problema di tipo razziale alla base di tutto. Sono migliaia le testimonianze dall’inizio del conflitto sui social network da parte di tantissimi studenti africani residenti in Ucraina, respinti e discriminati presso il valico di Medyka diretti verso la Polonia. Degli oltre 75 mila stranieri che studiano in Ucraina circa un quarto provengono da paesi africani, oltre 16 mila studenti per la maggior parte provenienti da Egitto, Ghana, Nigeria e Marocco. Molti di loro sono bloccati nell’Ucraina occidentale, presso la stazione di Lviv. Pochissimi quelli che sono riusciti ad attraversare il confine. Non sono mancate sui social anche le dichiarazioni del portavoce del ministero degli Esteri sudafricano, Clayson Monyela, in merito a maltrattamenti subiti dagli studenti sudafricani al confine tra Ucraina e Polonia. Attualmente Il governo indiano, insieme a quello di Pretoria, stanno negoziando con i Russi per l’evacuazione di circa 200 studenti, presenti nel nord est dell’Ucraina, al confine con la Russia, più precisamente a Sumy. Il Dipartimento di Relazioni internazionali e cooperazione del Sudafrica ha confermato inoltre che un convoglio militare del governo russo, provvederà nelle prossime ore a scortare gli studenti a Mosca per l’operazione di rimpatrio. Secondo i rispettivi governi, anche 79 studenti del Kenya e 118 dello Zimbabwe pare che si trovino al sicuro fuori dall’Ucraina in questo momento. Ma queste sono solo le poche belle notizie su quanto sta realmente accadendo in questi giorni terribili. Non può dire lo stesso la numerosa comunità ghanese presente in Ucraina, dotata persino di una sede sindacale locale, che da giorni tenta di contattare inutilmente il governo di Accra.

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