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Nigeria, appello dell’Associazione dei cristiani: sia garantita equità voto

Parlando di elezioni presidenziali oggi la Nigeria ha avuto una giornata arroventata. Un veloce sondaggio indica che c’è una grande voglia di cambiamento. La Commissione nazionale indipendente elettorale  da parte sua sta prendendo tempo ma il malcontento dilaga. Ad oggi solo 17 Stati hanno inviato i propri dati elettorali.
La Can (Christian Association of Nigeria) ha diffuso un comunicato stampa che abbiamo ricevuto grazie all’ambasciata Italiana di Abuja guidata dall’ambasciatore Stefano De Leo. L’associazione Cristiana chiede all’INEC un’azione responsabile per quanto sta succedendo: ritardi nell’arrivo del materiale elettorale in alcune parti del Paese, malfunzionamento delle macchine del Sistema di accreditamento degli elettori bimodale, fallimento della prevista trasmissione  elettronica dei dati al portale virtuale di visualizzazione dei risultati.
Purtroppo le sfide strutturali nel processo elettorale non solo hanno gettato un’ombra di dubbio sulla sincerità dell’INEC nel realizzare elezioni generali trasparenti ed eque quest’anno, ma hanno anche minacciato la credibilità dell’intero sistema.
Considerando che le elezioni sono vitali per la stabilità e il consolidamento democratico del nostro Paese, l’associazione CAN chiede che il processo sia condotto e concluso in modo sicuro, equo e credibile. Inoltre esorta i partiti politici, i candidati, i sostenitori e l’opinione pubblica a desistere da qualsiasi azione che possa creare inutili tensioni o alimentare qualsiasi forma di violenza che potrebbe portare  il Paese sull’orlo del precipizio.
Nonostante le numerose rassicurazioni fornite dall’INEC sul suo livello di preparazione, è stato osservato da più parti che le elezioni di sabato scorso sono state al di sotto delle ragionevoli aspettative della popolazione. L’associazione chiede specificamente a tutti i candidati presidenziali di attenersi allo spirito dell’Accordo di Pace che hanno firmato prima delle elezioni. Allo stesso tempo incoraggia tutti gli attori politici, gli anziani statisti, le personalità eminenti della nostra società e i leader religiosi e tradizionali a intervenire in modo proattivo per calmare le tensioni e stroncare sul nascere i segni di violenza.
La CAN Chiede alla Commissione Elettorale Nazionale Indipendente di fare tutto ciò che è nella sua sfera di autorità per assicurare che la volontà del popolo espressa attraverso le schede elettorali durante le elezioni presidenziali e legislative federali di sabato scorso conti.
Infatti, idealmente, quando la gente esprime la propria preferenza, i voti dovrebbero essere contati e mostrati nel risultato che l’arbitro elettorale annuncerà. Qualsiasi cosa al di fuori di questo, rimane un’aberrazione in qualsiasi contesto e competizione democratica.
È quindi importante spiegare ai nigeriani perché non sono state affrontate tempestivamente queste lacune evitabili.
L’INEC deve essere all’altezza di questa situazione precaria e fare tutto il possibile per riconquistare la fiducia dei cittadini nel sistema elettorale, soprattutto mentre il Paese si prepara alle elezioni governatoriali e legislative tra 11 giorni.
Soprattutto, i nigeriani devono prendere atto che l’intera comunità internazionale sta osservando il comportamento del Governo federale e delle sue agenzie, in particolare la polizia, l’esercito e gli altri agenti incaricati dell’applicazione della legge, per vedere fino a che punto rispettano la Costituzione del Paese, lo Stato di diritto e l’obbligo di agire bene nello svolgimento del loro ruolo in materia di elezioni.
La CAN si congratula con gli elettori per l’enorme affluenza alle urne che è addirittura superiore alla popolazione di diversi Paesi. Tuttavia, l’implicazione è che, se qualcosa va storto nel nostro Paese, avrà un effetto a catena in tutta l’Africa occidentale e oltre.
Come si dice, quando la Nigeria starnutisce, il resto del continente africano prende il raffreddore.
Ciò implica che tutte le parti interessate devono garantire che queste elezioni siano libere ed eque, in modo che non si crei spazio per agitazioni inutili o per lo scoppio di violenze.

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