vai al contenuto principale

Nigeria, al via il summit “Alaghodaro 2022’ a Benin City

Quasi fantastica la notizia di pochi giorni fa circa la creazione nello Stato di Edo in Nigeria della più grande piattaforma digitale contenente tutti i manufatti antichi e odierni del Benin.
Per questi manufatti antichi la storia ha inzio nel 1485 all’arrivo in Benin dei primi esploratori portoghesi. Diffusero in breve tempo, in Europa, la notizia di un potente “Impero del Benin”, ricco di palazzi sontuosi e governato da un potente sovrano, l’OBA. L’allora Regno del Benin (da non confondere con l’odierna Repubblica del Benin) aveva un sovrano tradizionale e custode della cultura del popolo Edo denominato OBA, un Re insomma.
Nel Benin l’Oba era visto come una divinità ed era avvolto nel mistero tanto che gli venivano attribuiti poteri magici. Lasciava il suo palazzo solo nelle occasioni cerimoniali. Chi affermava che l’Oba compiva atti umani come mangiare, dormire, morire o solo lavarsi veniva punito con la morte.
Con l’arrivo degli occidentali oltre al fiorente commercio di frutta, tessuti e opere d’arte veniva avviato purtroppo anche il commercio di esseri umani ridotti in schiavitù. Gli oba si arricchirono ulteriormente vendendo i prigionieri che catturavano nelle loro campagne militari e anche i carcerati. Circa due milioni e mezzo di questi schiavi fu rivenduto alla Americhe. Il traffico di schiavi assunse proporzioni tali che il tratto di mare da cui partivano le navi cariche di deportati fu chiamato Costa degli Schiavi (breve nota: per coloro che fossero interessati esiste un viaggio pellegrinaggio per visitare questi luoghi nell’ex Regno del Benin. L’associazione Mater Africa li organizza per gruppi di 3 o 4 persone massimo  www.ets.materafrica.org/pellegrinagginigeria.
Dopo più di cent’anni dall’arrivo dei portoghesi giunsero i britannici che colonizzarono la Nigeria. Numerose opere d’arte (Bronzi del Benin, maschere lignee, statue, monete) saccheggiate dal palazzo della città furono vendute per coprire i costi della svariate spedizioni.
A distanza di molti anni, oggi, quelle opere sottratte stanno man mano rientrando in Nigeria e sono tante, tantissime, la documentazione arriva a 5246 pezzi.
Qualche giorno fa il Governatore dell’Edo State Godwin Obaseki, durante il ‘Summit  Alaghodaro 2022’ a Benin City ha presentato la Digital Benin piattaforma digitale di manufatti del Benin più grande mai creata ad oggi, un museo virtuale a tutti gli effetti.
Obaseki ha spiegato il progetto dicendo che tutto ebbe inizio anni fa quando aveva proposto di realizzare un catalogo di tutte le opere d’arte del Benin sparse per il mondo.
“Oggi, sono così felice e soddisfatto che, a distanza di cinque anni, abbiamo ora la documentazione digitale di tutte le opere d’arte del Benin e di Edo in 131 località del mondo. È un’impresa di cui essere orgogliosi.
Il Digital Benin è ora il più grande museo al mondo per le collezioni del Benin. È un museo virtuale che vi dirà tutto quello che volete sapere sulla storia e sul futuro del Benin. Basta andare sul sito web per vedere ogni opera d’arte del Benin in qualsiasi parte del mondo. Si possono vedere le opere, il significato e i luoghi.
Questo progetto è molto significativo per il popolo del regno. Ringraziamo il Prof. Gregory Akenzua e i membri del Benin Dialog Group che, negli ultimi vent’anni, hanno continuato a fare pressione e a dialogare su come restituire le opere d’arte sottratte dopo l’invasione del 1897.”
Obaseki ha ringraziato inoltre i partner europei e in particolare i governi italiano (presente il dr Chazly Tarek vice Ambasciatore italiano), francese e tedesco dopo di che ha continuato dicendo che lo Stato di Edo è pronto a continuare il lavoro per costruire all’interno del distretto culturale almeno tre musei potenziandone uno già esistente.
Ed è di questi giorni la notizia che una delegazione dell’Oba Ewuare II, rappresentante il Benin Traditional Council di Benin City, arriverà in Italia a fine novembre per una visita ai musei italiani tra Milano, Novara, Bologna, Firenze e Roma.
Torna su