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Niger, tentativo di golpe di un movimento anti repubblicano. La condanna occidentale

Un nuovo tentativo di golpe in Niger scuote la stabilità della regione del Sahel.
Mohamed Bazoum, presidente del Paese, è stato posto agli arresti all’interno del suo palazzo nella capitale Niamey da un movimento “anti-repubblicano”. Ma fonti della sicurezza nocerina affermano che sia riuscito a fuggire e che ora Bazoum sia al sicuro.
Di certo sappiamo che alcuni uomini della guardia presidenziale avevano preso in ostaggio il presidente mentre altri hanno fatto irruzione per liberarlo. L’Ecowas ha dichiarato che il golpe è “una mina che destabilizza tutta la regione” e ha invitato i cospiratori a liberare Bazoum.
L’Unione Africana ha chiesto ai soldati “traditori” coinvolti di fermarsi immediatamente.
in un primo momento era apparso un messaggio della presidenza della Repubblica sui suoi social media che Bozome la sua famiglia erano in sicurezza ma la dichiarazione è stata cancellata.
Nel frattempo i soldati hanno preso il controllo di tutte le strade che conducono alla stazione televisiva nazionale.
Nel resto della capitale regnerebbe al momento la calma, con traffico normale sulle strade e pieno accesso a Internet.
Tra i primi a condannare il tentativo di golpe, la Francia e l’Italia.
L’Eliseo si è detto molto preoccupato per quanto sta accadendo in Noger e segue attentamente l’evolversi della situazione. Condanna fermamente ogni tentativo di presa del potere attraverso la forza e si associa agli appelli dell’Unione africana e della Cedeao (Ecowas) per ripristinare l’integrità delle istituzioni democratiche nigerine.
“Stiamo seguendo minuto per minuto quello che sta succedendo in Noger. Sono stati contattati quasi tutti i 170 italiani che sono laggiù, ci sono anche i nostri militari, al momento nessuno corre pericolo” ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del vertice Fao a Roma sottolineando che  “l’Unità di Crisi continua a lavorare per monitorare quanto stia accadendo e speriamo che si risolva presto la questione interna nigerina”.
Il Paese è strategicamente importante no son solo per il suo ruolo nella gestione dei delusi migratori ma anche per le risorse naturali che da una ventina di anni ne fanno uno dei paesi più contesi del Sahel. Ci sono i francesi, integralisti islamici e non solo. Dal 1978 al 2021 si è scavato nella miniera di uranio di Akouta, Dall’attività estrattiva sono nate delle vere e proprie colline che hanno modificato il panorama piatto del deserto: queste montagnole si estendono per oltre 120 ettari, raggiungono in alcuni punti i 35 metri di altezza e sono costituite da milioni di tonnellate di materiale, in parte radioattivo, accumulato durante oltre 40 anni di lavoro minerario. Ora che la Akouta Mining Company (Cominak) gestita dal gruppo francese Areva, ora Orano, ha cessato l’attività perché le risorse di questo sito sono esaurite, si è aperta la colossale partita della sua riqualificazione. Una bonifica da 150 milioni di euro che, come racconta l’Agenzia France Presse, dovrebbe durare da dieci anni, seguiti da almeno un lustro di attento monitoraggio ambientale. Perché il costo dell’estrazione di 75.000 tonnellate di uranio è anche questo e quelle colline – nonostante le rassicurazioni – fanno paura.

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