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Niger, monsignor Filippo Ortenzi: un intervento militare può favorire solo il terrorismo islamico

Intervista a Monsignor Filippo Ortenzi, arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana, in merito alla situazione nigerina, in seguito al recente colpo di stato militare nel paese guidato dal generale Abdourahamane Tiani il 26 luglio.

1) Buon giorno Monsignore, grazie per aver accettato il mio invito a partecipare a questa intervista. Lei che segue sempre con attenzione tutto ciò che riguarda il continente africano, può raccontarci con parole Sue cosa sta accadendo in Niger in questo momento dopo il colpo di stato?

Buona sera, è un piacere essere vostro ospite. Posso dirvi innanzitutto, che per sabato 12 agosto è stato fissato in Ghana, più precisamente nella capitale Accra, un nuovo vertice alla presenza dei Capi di Stato Maggiore della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, l’Ecowas.

2) È una notizia confermata?

Facendo ricerche in rete è possibile risalire a Radio France Internationale, prima emittente a confermare la notizia. Come sappiamo questa riunione è stata convocata in seguito al summit che si è tenuto in Nigeria, ad Abuja, il 10 agosto, dove i grandi leader degli stati che fanno parte dell’Africa Occidentale hanno deciso di mobilitare le forze militari dell’intera organizzazione per tentare di porre fine alla crisi in Niger.

3) A questo punto mi viene da dire: gli Stati Uniti e gli altri paesi europei, (oltre alla Francia che nella questione è direttamente coinvolta), restano a guardare? Hanno un ruolo in tutto questo?

Il Niger è una conseguenza del vecchio colonialismo francese prima e del neocolonialismo francese oggi. Come tutti sanno la Francia è europeista in Europa, ma ama essere sovrana in terra africana. Questo lo dimostra la presenza di una moneta francese all’interno delle ex colonie africane. Infatti il Niger è ricchissimo mentre gli abitanti muoiono di fame. Da essere umano e anche a nome della Chiesa Ortodossa Italiana, posso dire di essere totalmente contrario ad un intervento militare francese, che potrebbe solo favorire e rinforzare il terrorismo islamico già presente in terra d’Africa. Non a caso il Niger è considerato la nuova Libia. Per quanto riguarda ad esempio la Germania e gli Stati Uniti, entrambi hanno comunicato di essere favorevoli ad un intervento nel paese, senza però entrare nei dettagli di un contesto militare. Personalmente io sono molto preoccupato per questa situazione e per la salute del presidente deposto Mohamed Bazoum.

4) Veramente una bella analisi. Grazie. Però una cosa non del tutto chiara è se la nuova giunta militare può contare su un buon numero di sostenitori…

Forse la cosa ti sorprenderà, ma sono migliaia i sostenitori del regime militare attualmente al potere potere in Niger. E li abbiamo visti in diversi servizi e articoli, mentre erano radunati nei pressi della base militare francese di Niamey, intenti a scandire slogan e canti contro la Francia e l’Ecowas. Mi permetto di aggiungere che a sostenere i golpisti nigerini ci sono anche Mali e Burkina Faso, non a caso due stati governati da una giunta militare.

5) E la Russia nel frattempo?

La Federazione Russa, come tutti sanno, è impegnata con la guerra in Ucraina e con tutto ciò che ne consegue. In Africa sono presenti i miliziani della Wagner, ma in merito alla crisi in Niger possiamo dire che i russi sono contrari ad un intervento militare per evitare una totale destabilizzazione nel territorio subsahariano, oggi teatro di morte per centinaia di migranti in fuga in cerca di una vita migliore.

6) In conclusione, quale può essere la soluzione a tutto questo?

L’unica soluzione è la mediazione. Un intervento militare, oltre a portare morte, estremismo e caos, porterebbe inevitabilmente anche all’uccisione dell’ex presidente Bazoum. I golpisti nigerini guidati dal generale Abdourahamane Tiani hanno appena formato un nuovo governo, e dei 21 ministri che lo compongono molti hanno partecipato al golpe. Lo sappiamo perché l’esecutivo è stato letto in televisione proprio da Tiani. Le sanzioni della UE possono servire a mettere in crisi la giunta militare, ma non a risolvere il problema. Tuttavia la situazione è molto critica, ed è attualmente impossibile ragionare con i golpisti.

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