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Conflitti

Niger, Mali e Burkina Faso fondano l’Alleanza degli Stati del Sahel

I regimi militari guidati da Assimi Goïta in Mali, Ibrahim Traoré in Burkina Faso e Abdourahamane Tiani in Niger hanno firmato ieri, sabato 16 settembre, una carta che stabilisce un’alleanza difensiva. La «Alliance des Etats du Sahel» (AES, Alleanza degli Stati del Sahel), chiamata anche “Carta di Liptako-Gourma”, ha l’obiettivo , ha scritto su X…

I regimi militari guidati da Assimi Goïta in Mali, Ibrahim Traoré in Burkina Faso e Abdourahamane Tiani in Niger hanno firmato ieri, sabato 16 settembre, una carta che stabilisce un’alleanza difensiva. La «Alliance des Etats du Sahel» (AES, Alleanza degli Stati del Sahel), chiamata anche “Carta di Liptako-Gourma”, ha l’obiettivo , ha scritto su X (ex Twitter) il capo della giunta del Mali, Assimi Goïta, di «creare un’architettura di difesa collettiva e di mutua assistenza».

Infatti, all’articolo 6 la Carta prevede che «qualsiasi attacco alla sovranità e all’integrità del territorio di una o più parti contraenti sarà considerato un’aggressione contro le altre parti e impegnerà un dovere di assistenza e soccorso di tutte le parti, individualmente o collettivamente, compreso l’uso della forza armata per ripristinare e garantire la sicurezza all’interno dell’area coperta dall’Alleanza».

Dal colpo di stato del 26 luglio in Niger, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS/CEDEAO) ha sempre ripetuto che le autorità militari nigerine devono «ripristinare immediatamente l’ordine costituzionale», liberando il deposto presidente Mohamed Bazoum e reintroducendolo nelle sue funzioni. Su questo principio, l’organizzazione ha minacciato un intervento armato e ha imposto pesanti sanzioni economiche al Niger, ma i vicini Burkina Faso e Mali hanno altrettanto repentinamente risposto che un’operazione militare contro il Niger sarebbe stata considerata una «aggressione illegale e insensata» anche contro di loro, per cui hanno promesso una «risposta immediata» a qualsiasi aggressione.

La AES, dunque, è la formalizzazione di un’alleanza tra i tre regimi golpisti del Sahel che esisteva, di fatto, da alcuni mesi: «Questa alleanza sarà una combinazione di sforzi militari ed economici tra i tre paesi», ha riferito il ministro della Difesa maliano Abdoulaye Diop, aggiungendo che la loro priorità è «la lotta al terrorismo nei tre paesi».

L’altro nome della Carta fa riferimento alla regione di Liptako-Gourma, al confine con Mali, Burkina Faso e Niger, che negli ultimi anni è stata devastata dal jihadismo.

Intanto, i rapporti diplomatici tra il Niger e la Francia continuano a logorarsi: l’altro ieri il presidente Emmanuel Macron ha detto che l’ambasciatore francese a Niamey è, di fatto, ostaggio dei golpisti, impossibilitato a uscire e costretto a nutrirsi con razioni militari. I golpisti nigerini hanno espulso l’ambasciatore francese, il quale tuttavia ha rifiutato la cacciata, non riconoscendo la loro autorità.

Ulteriore motivo di tensione tra i due paesi è la decisione da parte della Francia di sospendere i visti d’ingresso agli studenti e agli scienziati originari di Burkina Faso, Niger e Mali) per «motivi di sicurezza». La Francia conta attualmente circa 3.000 studenti maliani, 2.500 burkinabé e 1.200 nigerini nei suoi istituti di istruzione superiore.

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