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Migrazioni

Migranti, qualcosa di nuove sul fronte Ue. Johansson: un’intesa è possibile

Quelle espresse oggi a Bruxelles dalla commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson, sulla questione migranti sono considerazioni importanti che fanno presagire una svolta. Parlando ai cronisti prima del Consiglio Affari Interni ha dichiarato che “sono stati fatti progressi” e di essere ottimista “sul fatto che oggi si possa trovare un’intesa sull’ultima tranche del Patto sulla…

Quelle espresse oggi a Bruxelles dalla commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson, sulla questione migranti sono considerazioni importanti che fanno presagire una svolta.
Parlando ai cronisti prima del Consiglio Affari Interni ha dichiarato che “sono stati fatti progressi” e di essere ottimista “sul fatto che oggi si possa trovare un’intesa sull’ultima tranche del Patto sulla migrazione. Dopo potremo cominciare i triloghi. Come per altri capitoli del Patto all’inizio ci sono state tensione ma alla fine siamo riusciti a gestire un accordo” ha sottolineato la Johanson.
La riunione, oltre al dossier migranti e al Memorandum sulla Tunisia, vedrà sul tavolo il tema della protezione temporanea per gli ucraini e quello della lotta al traffico di droga dal Sudamerica.
Sul tema migranti, da rilevare anche le dichiarazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale ha ribadito che “ lasciare sola Italia non conviene a nessuno”.
Il numero uno della Farnesina ha anche ricordato che “Lampedusa non è un solo un problema italiano e non è nemmeno un problema europeo: è una questione globale perché riguarda milioni di persone”.
Tajani, in un’intervista al settimanale Famiglia Cristiana, ha poi evidenziato che “L’Africa subsahariana è già scoppiata, in Sudan la capitale Khartoum è ridotta a un cumulo di macerie. Per non parlare della situazione in Siria e in Afghanistan. Per questo miriamo a coinvolgere l’Onu. Intanto a ottobre qui a Roma si svolgerà la conferenza Italia-Africa in cui il Governo lancerà un nuovo programma di investimenti chiamato ‘Piano Mattei'”, E ancora: “Se per esempio stipuliamo degli accordi per l’estrazione di materie prime, si possono creare delle società miste in cui si stabilisce che l’attività di trasformazione venga svolta da manodopera locale. Oppure, in cambio del permesso di estrarre, le nostre aziende possono produrre energia elettrica. L’idea di fondo, insomma, è mettere l’Africa nelle condizioni di usare le proprie risorse per crescere. E se l’Africa cresce, anche noi ne avremo grandi vantaggi. È meglio spendere risorse lì in investimenti e in formazione piuttosto che qui in Italia per il mantenimento degli immigrati irregolari”.
Insomma, l’Italia sarebbe finalmente disposta a investire concretante per “aiutare a casa loro” le popolazioni africane.
Noi vigileremo affinché le parole si trasformino in fatti.

 

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