Lunedì 13 marzo il Malawi meridionale e parte del Mozambico sono stati inondati dalle piogge torrenziali del ciclone Freddy, che hanno provocato la morte di oltre 200 persone. Nell’area sud-orientale del continente africano la stagione degli uragani provenienti dall’oceano Indiano va da novembre ad aprile e spesso i cicloni passano più volte sugli stessi luoghi, come è appunto il caso del ciclone Freddy che, dopo aver toccato prima le isole di Réunion e di Mauritius, poi il Madagascar, dove ha causato almeno una dozzina di morti, ha percorso due volte il Malawi e il Mozambico nell’ultimo mese.
Secondo le autorità del Mozambico i morti sono 20 e i feriti 24, mentre per il Dipartimento per gli affari di gestione dei disastri del Malawi (DoDMA) i morti sono 190, i feriti 584 e i dispersi 37. Qui si tratta di una vera calamità per vari dipartimenti del sud del Paese, compreso quello della capitale economica Blantyre. Al di là dell’energia del ciclone, quel che sconcerta è la sua durata: i meteorologi hanno già classificato Freddy come il ciclone più lungo mai registrato, perché in atto dalla metà di febbraio, quando in Malawi e Mozambico il bilancio fu di 17 morti, migliaia di sfollati e case devastate.
Dallo scorso fine settimana, la città portuale di Quelimane, nel Mozambico centrale, è ancora in gran parte isolata dal resto del mondo. Come riporta Guy Taylor, portavoce dell’Unicef nel Paese, strade, acqua, elettricità sono interrotte:
High quality photo, video and drone footage of #CycloneFreddy #Quelimane #Mozambique available for news media. Please DM me for access. pic.twitter.com/6bZ6N62kDW
— Guy Taylor (@guy_taylor) March 14, 2023
Intanto l’UNICEF del Mozambico sta mobilitando rapidamente forniture primarie a Quelimane, compresi strumenti per la purificazione dell’acqua, kit per l’igiene, disinfettanti, attrezzature mediche, medicine e tende:
UNICEF is urgently mobilizing critical supplies to #Quelimane including water purification supplies, hygiene kits, disinfectant, medical supplies, medicines and tents, as part of the response to #CycloneFreddy. pic.twitter.com/8Gz2dWaYhW
— UNICEF Moçambique (@UNICEF_Moz) March 14, 2023
Un impatto ancora più devastante si registra in Malawi, dove il servizio meteorologico spiega che qualche miglioramento comincerà solo dalla serata di mercoledì 15 marzo e solo in alcune zone meridionali del Paese:
⚠️Evening update on #Freddy
Tropical Cyclone #FREDDY will continue to cause torrential rains associated with gusty and strong winds
in most parts of Southern Malawi districts. An improvement in weather over southern Malawi is expected at least from Wednesday evening. pic.twitter.com/o5k4W6g7Lt— DCCMS_Malawi (@DccmsM) March 13, 2023
In un comunicato, il governo del Malawi ha spiegato che il ciclone tropicale Freddy non ha solo devastato delle vite e dei beni materiali, ma ha anche distrutto l’infrastruttura delle telecomunicazioni, specie intorno alla città di Blantyre, causando servizi intermittenti e black-out in molte parti del Paese, per cui sta organizzando un servizio emergenziale per fornire alla popolazione le informazioni più utili e urgenti:
Press Statement on Governments Establishment of Emergency Telecommunications Operation Centre pic.twitter.com/vaCtk4mZ8q
— Malawi Government🇲🇼 (@MalawiGovt) March 14, 2023
Il bilancio complessivo potrebbe essere più grave, perché i dispersi sono numerosi e, al momento, non è possibile quantificarli in maniera precisa. Al momento, le scuole del Malawi meridionale sono chiuse e le operazioni di soccorso sono ancora in corso, sebbene siano rese particolarmente difficili dalle piogge incessanti.
O ciclone chegou ao Malawi na madrugada de segunda. A maioria dos corpos foi encontrada na região de Blantyrem, segundo a polícia local."As operações de resgate continuam, mas se veem dificultadas por chuvas incessantes", declarou à AFP Beatrice Mikuwa, uma porta-voz.
— CRITIC WHO 2023 MUNDIAL (@CRITIC_WHO_2023) March 14, 2023
Il ciclone Freddy si era formato mesi fa al largo dell’Australia, attraversando l’intero oceano Indiano e abbattendosi per la prima volta sulle coste africane ai primi di febbraio, contribuendo a causare l’epidemia di colera “più letale” della storia del Malawi, come hanno spiegato le Nazioni Unite:
"Le Malawi connaît l'épidémie de choléra la plus meurtrière de son histoire, rien de moins," prévient @UNICEF_FR ⤵️
Le #choléra s'est propagé dans les 29 districts du #Malawi 🇲🇼, touchant plus de 50 000 personnes et faisant plus de 1 500 morts. pic.twitter.com/XqRnG7quV0
— ONU Genève (@ONUGeneve) March 7, 2023
Prima del secondo, terribile passaggio del ciclone Freddy, nel solo Malawi l’epidemia di colera aveva colpito oltre 50.000 persone, uccidendone più di 1.500. Purtroppo, ora la situazione non può che peggiorare ulteriormente.