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Libia, sit-in di protesta per chiedere la liberazione dei rifugiati detenuti da un anno a Ain Zara

Una grande manifestazione di solidarietà con i rifugiati in Libia è stata organizzata, in contemporane a quella prevista a Tipoli, in vari paesi europei.
“#FreeThemAll è lo slogan o di queste proteste transnazionali per il rilascio degli attivisti sfollati in Libia. In Italia manifestiamo anche contro i decreti Ong che violano tutte le leggi del mare e la Convenzione dei diritti dell’uomo”’ fa sapere Dominic Weiss-Grein di Solidarity with refugees in Llybia.
Il 10 gennaio 2023 si terranno veglie simultanee a Tripoli e in diverse città europee- Roma, Amburgo, Berlino, Bruxelles e Londra per chiedere il rilascio dei  rifugiati detenuti nel centro di detenzione di Ain Zara.
“Refugees in Lybia è un pacifico, autonomo, movimento di protesta organizzato e guidato dai rifugiati che sostiene i diritti delle persone in movimento. In collaborazione con l’alleanza transnazionale Solidarity with Refugees in Lybia, gli attivisti continuano a chiedere all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) di adempiere al suo mandato di proteggere e difendere i diritti dei rifugiati e adoperarsi per il rilascio degli attivisti” si legge in una nota.
 Dopo 120 giorni di proteste pacifiche davanti all’ufficio dell’UNHCR a Tripoli, il presidio di protesta per i rifugiati in Libia è stato violentemente disperso il 10 gennaio 2022 e più di 600 manifestanti sono stati arrestati e sono in carcere nel campo di detenzione di Ain Zara.
Con il titolo #FreeThemAll – Liberazione dei manifestanti pacifici del movimento “Rifugiati in Libia”, domani verranno ricordati i 250 attivisti tuttora detenuti in condizioni disumane.
Sui canali social di Rifugiati in Libia si condividerà un video delle precedenti azioni di protesta e i resoconti delle iniziative di solidarietà, gli attivisti protestano nelle singole città contemporaneamente.
“In Italia, le associazioni e i singoli attivisti aderenti alla rete transnazionale Solidarity with Refugees in Libya, che lavorano contro i confini e per la libertà di movimento di tutte le persone sono impegnate per contrastare in forme non-violente l’assurdo- Decreto Legge che intende fortemente limitare non le partenze, ma i salvataggi delle persone in pericolo nel mare. Non sono bastate al Governo italiano le 1400 vittime accertate nel 2022, che cinicamente e barbaramente, invece di affiancare e sostenere il lavoro umanitario delle Ong, le sottomette alla discrezionalità dei prefetti e ritarda il loro ritorno nelle zone di salvataggio di molti giorni assegnando sbarchi in porti lontanissimi” conclude il comunicato.
L’azione di protesta annunciata segue altre manifestazioni a livello europeo che si sono susseguite  dall’ottobre 2022 a oggi e un’azione collettiva davanti alla sede dell’UNHCR nel dicembre 2022.
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