Dopo il Marocco, scosso dal violento terremoto e la Libia dalle inondazioni, il Nord Africa…

Libia, ONU: a Derna morte almeno 11.300 persone, 10.000 i dispersi
A una settimana dal passaggio della violenta tempesta nominata Daniel, il bilancio delle vittime dell’inondazione di Derna, la città sulla costa orientale della Libia, è spaventoso: almeno 11.300 morti e più di 10.100 dispersi.
È quanto emerge da un rapporto pubblicato sabato 16 settembre dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), citando la Mezzaluna Rossa libica.
VIDEO: In the Libyan city of Derna, people are still looking for survivors of devastating floods, but hope is fading pic.twitter.com/3MrKXPGTdP
— AFP News Agency (@AFP) September 16, 2023
Le inondazioni hanno causato almeno 170 morti anche in altre località della Libia orientale e, ha aggiunto l’agenzia delle Nazioni Unite, “si prevede che questi numeri aumenteranno, poiché le squadre di ricerca e soccorso lavorano 24 ore su 24”.
⭐ Welcome to HDX @GoogleAI! Thank you for sharing building datasets for disaster impacted areas in #Morocco & #Libya, created using a deep learning model trained to determine the footprint of buildings from high-resolution 🛰️ imagery.
Explore on #HDX: https://t.co/VpbZswfqYH pic.twitter.com/nfG7K8N0Wl
— OCHA Centre for Humanitarian Data (@humdata) September 16, 2023
I soccorsi e gli aiuti internazionali arrivano senza sosta, ma le ONG hanno messo in guardia dal crescente rischio di diffusione di malattie, infatti il monitoraggio delle acque è costante, per comprendere il livello di rischio per eventuali epidemie di colera.
Des ONG ont mis en garde contre le risque croissant de propagation de maladies après les inondations qui ont fait des milliers de morts et de disparus en Libye, où les espoirs de retrouver des survivants s'amenuisent, six jours après la catastrophe #AFP pic.twitter.com/X0cx0yGumV
— Agence France-Presse (@afpfr) September 16, 2023
A Derna la situazione umanitaria è particolarmente grave, anche perché in città manca l’acqua potabile e, secondo l’organizzazione dell’ONU, almeno 55 bambini sono stati avvelenati dopo aver bevuto acqua inquinata.
Ogni giorno decine di corpi vengono estratti dalle macerie dei quartieri devastati dalle onde o ritrovati in mare aperto e, secondo le testimonianze dei residenti, la maggior parte delle vittime sono state sepolte sotto il fango o trascinate verso il Mediterraneo.
Intanto in Libia è arrivata anche la Protezione Civile italiana, con il capo del dipartimento, Fabrizio Curcio, e altri operatori che stanno coordinandosi con le autorità locali:
#15settembre [08:30] | Arrivato all’aeroporto di #Labrak il Capo del @DPCgov Ing Fabrizio Curcio. Coordinamento con Autorita libiche, @UNinLibya e team di altri Paesi. 🇮🇹🤝🇱🇾 pic.twitter.com/rP5163DPH5
— Italy in Libya (@ItalyinLibya) September 15, 2023