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Liberia, Joseph Boakai è il nuovo presidente

Joseph Boakai è il nuovo presidente della Liberia, nella notte il presidente uscente George Weah ha ammesso la sconfitta in un discorso alla radio pubblica, sebbene i risultati definitivi non siano stati ancora annunciati dalla Commissione elettorale nazionale (NEC). L’ultimo dato riguarda il 98,56% dei voti scrutinati, in base ai quali Boakai ha il 50,89% delle preferenze, contro il 49,11% di Weah.

Il panorama politico del Paese risulta spaccato a metà non solo numericamente, ma anche geograficamente, come si evince dalla distribuzione dei consensi ai due sfidanti: a nord per Boakai e a sud per Weah:

Al primo turno dello scorso 10 ottobre, i due sfidanti avevano ottenuto rispettivamente il 43,8% e il 43,4% dei voti, ossia solo 7.126 voti di scarso su quasi due milioni:

Liberia, George Weah e Joseph Boakai vanno al ballottaggio delle elezioni presidenziali

Anche in occasione di questo ballottaggio il conteggio è stato sul filo fino all’ultima scheda, ma al termine dello spoglio è emerso il risultato storico: Boakai, che è stato vicepresidente dal 2006 al 2018, fino all’arrivo della ex-stella del calcio internazionale Weah, è diventato il nuovo Capo di Stato della Liberia.

Questa consultazione elettorale è particolarmente importante nella storia recente della giovane democrazia liberiana, perché si è trattato delle prime elezioni generali interamente gestite dal governo dopo la fine della guerra civile nel 2003. Quindi è stata una prova di organizzazione e maturità che da molta speranza per il futuro, al di là delle rivalità politiche e delle divisioni sociali.

Si sono registrate alcune irregolarità e pressioni, ma nel complesso la prova è stata ampiamente superata e ci si augura che le prossime settimane continuino ad essere calme e costruttive, come auspicano anche la CEDEAO/ECOWAS (la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) e le Nazioni Unite.

La Liberia ha vissuto anni spaventosi, con ben due guerre civili estremamente violente: la prima dal 1989 al 1997, la seconda dal 1999 al 2003. Da 20 anni la situazione regge, ma a quanto pare non è ancora un paese coeso.

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