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La battaglia (già vinta) del litio. Africa protagonista nel mercato del futuro

Oggi i principali produttori di litio nel mondo sono Australia, America latina e Cina, ma da qui a fine decennio l’Africa potrebbe fornire un quinto del fabbisogno mondiale.
Sei Paesi stanno emergendo come importanti fonti di questa materia prima chiave: Zimbabwe, Namibia, Mali, Repubblica Democratica del Congo, Ghana ed Etiopia.
Molte delle batterie oggi in commercio sono prodotte in Cina e molti dei minerali che entrano nelle batterie vengono estratti in due Paesi africani dove la Cina ha molta influenza: la Repubblica Democratica del Congo e lo Zambia
Recentemente il Financial Times con un ottimo articolo ha ben raccontato la corsa al litio in Africa, che potrebbe diventare presto uno dei maggiori produttori al mondo del minerale critico per le batterie elettriche al centro di una serrata competizione tra Cina e Occidente. Cina che ha anche un punto d’appoggio importante in Vietnam, seconda più grande riserva mondiale di terre rare sfruttabili.

E’ ovvio che garantire una fornitura affidabile di litio è una delle maggiori sfide che le case automobilistiche devono affrontare per produrre più veicoli elettrici. Si stima ad esempio che entro il 2030 la domanda di “oro bianco” aumenterà di quasi cinque volte.

La Cina – una volta di più- ha costruito una posizione dominante in molti dei minerali cruciali per la transizione energetica, tra cui cobalto, litio e metalli delle terre rare ed ora, con consueto ritardo, l’occidente si prepara a spendere centinaia di miliardi di dollari per cercare di recuperare.
Questo spiega, in parte, perché sono stati 18 i Paesi africani visitati da alti funzionari statunitensi nei primi tre mesi del 2023- compresa la vicepresidente Kamala Harris.
E non è un caso che – in pieno slancio protezionistico – in America un veicolo elettrico per essere idoneo al mercato, debba essere obbligatoriamente assemblato negli Stati Uniti, il 50 percento dei componenti della batteria debbano essere prodotti in Nord America ed almeno il 40 percento dei minerali usati per la batteria debba essere estratto o lavorato in Usa.

Ma torniamo all’Africa, in Namibia.
L’ Andrada Mining Limited è una società mineraria londinese con l’ambizione di diventare il campione dei metalli tecnologici in Africa. L’asset di punta della società, la miniera di Uis in Namibia, ha un potenziale significativo in quanto la risorsa è ricca di tantalio e litio. Ad ora un impianto pilota in via di costruzione potrebbe essere in grado di estrarre i primi quantitativi di litio già all’inizio di quest’estate
La regione di Erongo, dove Andrada Mining Limited detiene altre attività minerarie e di esplorazione, è una delle migliori giurisdizioni minerarie dell’Africa e offre alla Società ulteriori opportunità al di fuori delle sue attuali attività. Andrada Mining Limited dispone di un consiglio di amministrazione e di un team di gestione di grande esperienza, in grado di guidare l’attuale strategia della Società per diventare il campione africano dei metalli strategici. E non a caso Pechino ha già messo un piede proprio nella miniera di Uis con un investimento piccolo ma simbolico in Askari, una società australiana che a Uis sta appunto conducendo le attività di esplorazione.

Il progetto litio di Arcadia invece, situato vicino ad Harare, in Zimbabwe, è considerato una delle più grandi risorse di litio su roccia dura del mondo. Prospect Resources – sede a Perth, in Australia Occidentale, e ad Harare, in Zimbabwe, leader dei progetti di batterie e metalli per l’elettrificazione nell’Africa subsahariana- possiede interamente il progetto di litio attraverso la sua controllata Prospect Lithium Zimbabwe (PLZ). Nel dicembre 2021 Prospect Resources ha firmato un accordo vincolante per la vendita di una partecipazione dell’87% in Arcadia a una filiale di Zhejiang Huayou Cobalt (Huayou Cina), per un corrispettivo iniziale di circa 380 milioni di dollari.
Nella regione Il mese scorso è cominciata dunque la effettiva produzione nella prima miniera cinese.

Al di à della competizione tra Occidente e Cina, la sfida di fare dell’Africa un polo globale del litio deve fare i conti con una serie di ostacoli che vanno dalla mancanza di infrastrutture di trasporto, alla instabilità politica alla storica fragilità della élite africana.
Ne sa qualcosa ad esempio la AVZ Minerals Limited società di esplorazione mineraria con sede in Australia. AVZ si concentra sullo sviluppo del Progetto Manono di litio e stagno, situato nel sud della Repubblica Democratica del Congo. Oggi AVZ Minerals Limited è bloccata in una battaglia legale con l’azienda statale cinese Zijin Minerals per i diritti di sfruttamento proprio nella miniera di Manomo.

Infine Secondo i dati emersi dalle analisi della azienda Trafigura ( compagnia svizzero-singaporiana leader di mercato nell’industria globale delle materie prime , il più grande trader privato -cioè non quotato in borsa- di metalli al mondo e il secondo di petrolio) l’Africa potrebbe essere in grado di fornire di qui al 2030 un quinto del litio mondiale; e il continente potrebbe diventare una “stella nascente nel mercato globale del litio”. Potrebbe.

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